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Diretta corteo in streaming su WebTV: http://www.livestream.com/vesuvioinlotta




"Una diossina intellettuale sta decretando il Declino e la Caduta dell'Impero dell'Essere Umano...
e se non avessi qualche speranza lascerei perdere." F. Battiato
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Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.


Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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venerdì 30 aprile 2010

APPELLO PER UN

1° MAGGIO ANTICAPITALISTA

Gli effetti della crisi economica mondiale stanno ormai diventando devastanti per la maggioranza della popolazione mondiale.
Mentre i padroni delle grandi multinazionali non hanno mai smesso di fare affari, e mentre i banchieri, gli speculatori e i manager responsabili della crisi continuano a navigare nell’oro grazie ad aiuti statali di ogni tipo, centinaia di milioni di lavoratori e proletari vedono peggiorare ogni giorno di più le proprie condizioni di vita. Anche in Italia la realtà, impietosa e al contempo drammatica, è sotto gli occhi di tutti:
• Aumentano costantemente le ore di cassa integrazione
• Chiudono stabilimenti, officine, call center e gran parte dei rispettivi indotti
• Migliaia e migliaia di contratti precari peggiorano o scompaiono del tutto.
• Il tasso di disoccupazione reale supera il 10% nazionale e il 25% al Sud
• Anche chi mantiene il posto vede ridursi pesantemente il potere d’acquisto del salario per via degli accordi-bidone firmati dai vertici di Cgil-Cisl-Uil-Ugl.
• Continuano a lievitare le bollette e le tariffe di beni e servizi essenziali (acqua, luce, trasporti, istruzione, rifiuti, ecc.), a causa delle privatizzazioni selvagge attuate dai governi nazionali e locali. Per non parlare di fitti e mutui…

I padroni usano la crisi come alibi per aumentare i profitti, intensificando lo sfruttamento sui luoghi di lavoro e distruggendo quelle poche tutele uscite indenni da decenni di attacchi ai diritti e al salario.
Per fare ciò si servono delle leggi del governo: il recente “Collegato al lavoro”, che ha l’intento di smantellare definitivamente l’art.18 dello Statuto dei lavoratori e garantire ai padroni ulteriore mano libera sui licenziamenti, ne è una chiara dimostrazione.
La Lega Nord e le destre reazionarie gettano fumo negli occhi dei proletari: con le loro politiche razziste e xenofobe questi partiti cavalcano le paure e l’insicurezza sociale generata dalla crisi per contrapporre tra loro lavoratori italiani ed immigrati ed evitare che il malcontento di entrambi si indirizzi contro il comune nemico che li sfrutta, affama e licenzia.
Il tutto con la complicità o col silenzio-assenso delle finte opposizioni parlamentari (PD, IdV, ecc.): queste, quando erano al governo e tuttora negli enti locali, si dimostrano servili agli interessi del capitale e ostili ai lavoratori al pari della destra.
Ma anche con una repressione sempre più dispiegata nei confronti di quelle realtà e soggetti che agli effetti della crisi rispondono, nei luoghi di lavoro come sui territori, con la lotta.

In questo quadro devastante, la politica di subordinazione del sindacato confederale agli interessi delle aziende, che nel caso di CISL, UIL e UGL è ormai aperta cogestione degli attacchi di governo e padroni, sta diventando, ancor più di prima, un ostacolo alla ripresa di un forte scontro di classe. La stessa CGIL non va oltre un’opposizione parolaia, più attenta ad evitare il peggio che ad alzare lo scontro rafforzando ed unificando le lotte dei lavoratori delle aziende in crisi e dei precari. Tante occupazioni di tetti e poca piazza. La solitudine in cui vengono lasciate queste lotte, la contrattazione al ribasso per soluzioni aziendali provvisorie e poco credibili, stanno accrescendo la sfiducia e la rassegnazione.

E’ sempre più evidente il clima di insofferenza, sfiducia e disillusione di settori consistenti di popolazione verso lo squallido teatrino della politica: lo dimostra l’altissima percentuale di astensioni alle ultime elezioni regionali. Non basta! Questo malessere deve trasformarsi in rabbia, in mobilitazione e lotta!
E’ necessario riprendere fiducia in noi stessi, nella nostra capacità di rivendicare i diritti e lottare uniti per il diritto al lavoro, al salario garantito, alla casa, all’istruzione, ecc…in poche parole, per la difesa intransigente dei nostri interessi, superando gli steccati di categoria, di razza, di luogo di lavoro o di profilo contrattuale e in maniera autonoma da partiti asserviti agli interessi padronali (siano essi di destra, centro o “sinistra”) e dai vertici sindacali concertativi.
Di fronte a noi non abbiamo un altro sviluppo radioso per il quale dovrebbe valere la pena sacrificarsi ed aspettare fiduciosi, come ci viene chiesto. Per riuscire ad uscire da una crisi economica irrisolvibile i potenti del mondo ci imporranno politiche di lacrime e sangue. Basta guardare a ciò che sta accadendo in Grecia. Tutto questo mentre prosegue e si inasprisce, anche con le occupazioni militari, l’affamamento e lo sfruttamento delle masse dei paesi del Sud del mondo. Lo scontro di civiltà, la sicurezza internazionale ed i pericoli del terrorismo, con cui si sono giustificate le aggressioni all’Iraq, all’Afganistan, a Gaza e si prepara quella dell’Iran, servono a nascondere la loro sete di profitti e a convincerci a guardare a questi popoli come nostri nemici.
Non sono questi popoli il nostro nemico, non è questo il futuro che vogliamo!
Non c’è uscita dalla crisi, dallo sfruttamento, dagli orrori della schiavitù e della guerra, senza mettere fine alla causa di tutto questo: il sistema capitalista.

RIPARTIAMO DA UN 1 MAGGIO DI LOTTA

Per rimettere in campo la nostra classe, quella di tutti gli sfruttati, la nostra forza, la nostra prospettiva.

Appuntamento: ore 10,00 p.zza Mancini

Rete Anticapitalista Campana:
(Confederazione COBAS,- CSOA Officina 99- L.O. SKA- Area Antagonista Campana – Collettivo Autorganizzato Universitario – Studenti Federico II – Collettivo Operatori Sociali – Rete Campana Salute e Ambiente – ISKRA – Coordinamento II Policlinico – Collettivo Baruda – Associazione Unità Comunista – Movimento difesa del territorio Area Vesuviana – RadioVostok – CSOA Tempo Rosso – Collettivo Studenti No Pasaran – Red Link – Collettivo Mank ‘E Kan – Precari Scuola Cobas Napoli – Assise Cittadina per Bagnoli – Movimento di Lotta per il Lavoro ( Banchi Nuovi, MDA B. Buozzi, MDA ex Macello, Zona Orientale, Vela gialla, Idea Nord, Orientati e Formati)

martedì 27 aprile 2010

Comunicato stampa sulla Commissione Europea per le petizioni e sul presidio del giorno 28 Aprile

Dal 28 al 30 Aprile 2010 la Commissione Europea per le petizioni, a seguito di puntuali denunce sul tema rifiuti pervenute fin dal 2006 da parte di liberi cittadini delle zone di Acerra, Chiaiano, Serre, Basso dell’Olmo e Taverna del Re, effettuerà una missione investigativa in Campania per verificare dal vivo gli aspetti concreti della gestione rifiuti nella regione, con particolare riferimento alle questioni di impatto sulla salute umana, differenziazione dei rifiuti, stato delle discariche esistenti, esistenza ed utilizzazione di discariche abusive, smaltimento illegale di rifiuti tossici, elevata attenzione prestata all’incenerimento rifiuti e per ultimo finanziamento degli impianti progettati.
I comitati e le associazioni che da anni svolgono nella regione un’azione di contro-informazione e denuncia delle irregolarità ormai decennali nella gestione del ciclo rifiuti in Campania, hanno da tempo avanzato proposte concrete per la risoluzione dell’emergenza basate su raccolta differenziata porta a porta, costruzione di impianti di compostaggio e riconversione degli ex CDR in impianti di Trattamento Meccanico dei rifiuti.

Il piano del Governo, che ha varato il 23 maggio 2009 il Decreto Legge n. 90 poi convertito nella Legge n. 123, relativo alla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania, ha invece inteso risolvere la stessa con una serie di norme in aperta violazione delle Direttive Europee in tema di rifiuti, imponendo per legge, senza alcuna preventiva adeguata analisi dei territori, 11 mega-discariche di rifiuto “tal quale”, anche con codici CER pericolosi, e la costruzione di 4 inceneritori finanziati dai CIP6, di cui quello in funzione ad Acerra, fin dal suo avvio, brucia materiale fuori norma e produce continui sforamenti dei limiti di legge per le polveri sottili; mentre ancora oggi non si intende far decollare la raccolta differenziata nel capoluogo di regione, oltre che in molte periferie degradate e risulta in funzione solo un piccolo impianto di compostaggio per l’intera Campania; non è infine partita alcuna seria bonifica dei territori devastati dai rifiuti tossici e da precedenti mega-discariche.

Di fronte a questo scempio ambientale sarà nostra cura mostrare alla Commissione Europea quale sia lo stato reale dell'emergenza rifiuti nella regione e, nonostante essa sia stata ufficialmente dichiarata conclusa, quanto i provvedimenti attualmente in vigore e quelli programmati continuino a violare le normative comunitarie, a non garantire la salute dei cittadini e a non tutelare l’ambiente e i territori. Incontreremo la Commissione stessa il giorno 28 Aprile alle ore 19 presso l'Hotel Palazzo Caracciolo, in Via Carbonara 112 a Napoli e in quella sede porteremo le nostre ragioni e le nostre proposte.
In tale occasione si terrà nei pressi dell’Hotel un presidio informativo, al quale si invitano a partecipare tutti i cittadini delle province colpite dalla dissennata gestione dei rifiuti in Campania, i cui costi sono pagati dagli stessi cittadini con i vertiginosi aumenti della Tarsu, e tutti coloro sensibili ai temi della difesa dei diritti, della salute e dell’ambiente.

Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Coordinamento regionale Rifiuti della Campania
Rete Campana Salute e Ambiente

martedì 13 aprile 2010

RIPRENDIAMOCI IL TERRITORIO

L’ecosistema vesuviano in questi ultimi anni ha subìto un attacco di una violenza mai riscontrata prima. La scelta infame da parte dei diversi governi, di sinistra e di destra, di ubicare in pieno Parco Nazionale due megadiscariche di rifiuti urbani e tossici condanna definitivamente all’avvelenamento diffuso gli abitanti dei paesi confinanti al luogo dello scempio. La strategia affaristico-criminale in materia di rifiuti applicata su tutto il territorio regionale, sintetizzabile nel binomio infrastrutturale inceneritori-discariche, in 16 anni ha permesso alla classe degli accumulatori di succhiare circa 3 miliardi di euro che potevano essere utilizzati più efficacemente in una vasta opera di bonifica dei suoli contaminati.

Oggi, da attori di una scena disastrata, non ci resta che mettere in campo tutto quello che di creativo può produrre il soggetto collettivo in formazione. Partendo da una radicale critica della politica, la partitocrazia ed i suoi fans, quella che sino ad ora non è stata in grado di difendere, o non ha voluto per interessi in-comprensibili tutelare, i più elementari diritti della popolazione: quello alla salute, quello di parola, quello a respirare.

Il nuovo piano regionale rifiuti 2010-2013 varato dalla giunta Bassolino non rappresenta una inversione di tendenza anzi rincara la dose, prevedendo per l’area vesuviana un nuovo sversatoio (cava Vitiello) capace di ingoiare 4 milioni di tonnellate di munnezza, recependo supinamente la dittatoriale decretazione del gabinetto Berlusconi.

Solamente con una lotta di resistenza agìta dagli individui e dai movimenti organizzati sarà possibile sconfiggere il potere di una burocrazia inginocchiata all’altare del profitto che ci propone come pensiero unico l’assoggettamento dell’uomo da parte dell’uomo.

Attraverso la riconquista del territorio, colonizzato nuovamente manu militari, le genti autorganizzate di questo lembo di Sud potranno render concreti i contenuti delle vertenze che in questa fase la lotta pone: gestione democratica diretta delle politiche ambientali, determinazione dei modelli produttivi partendo dai bisogni/desideri della popolazione, difesa dei beni pubblici dall’aggressione privatizzatrice, produzione della politica come autodeterminazione del sociale nella diretta ed autonoma organizzazione della sua vita.

Coscienti che tutto si giocherà sul lungo termine, chiediamo alle donne e agli uomini impegnati come noi in questo difficile conflitto di resistere un giorno solamente più dell’oppressore.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli del genocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito al lumpen, (e ai precari e ai disoccupati), che qui vive dispera muore. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.

Movimento difesa del territorio Area Vesuviana

sabato 10 aprile 2010

SOLO LA LOTTA PAGA!



INIZIANO I PRIMI CONTROLLI SUI CAMION
DIRETTI ALLA DISCARICA DI TERZIGNO

Boscoreale. 10 aprile 2010


in foto: Un camion fermo per controlli


Stanotte una delegazione del Movimento, insieme al sindaco e ai vigili urbani di Boscoreale, ha fermato tutti i camion diretti alla discarica per controlli che almeno per ora non hanno riguardato la natura del materiale trasportato.
Dalle ore 23:00 alle ore 7:30 sono arrivati circa 50 veicoli rispetto ai 200 che invadono ogni notte le nostre strade. I primi mezzi fermati hanno dato l'allarme ai loro colleghi che evidentemente avendo qualcosa da nascondere, hanno deciso di non presentarsi almeno per questa notte sui nostri territori.


Il bilancio è il seguente.
- 80% dei camion fermati ha avuto un verbale (100% per i veicoli di ASIA)
- 2 denunce penali per camion che perdevano percolato

La pressione esercitata dalle genti scese in piazza a manifestare in questi giorni, inizia a dare i primi risultati concreti.

UNIAMOCI NUMEROSI ALLA PROTESTA

SOLO LA LOTTA PAGA!




in foto:Uno dei camion fermati che perdeva percolato.

venerdì 9 aprile 2010

Comunicato 8 aprile 2010

LA NOSTRA PROTESTA HA SUPERATO
IL BLOCCO DELLE FORZE DELL'ORDINE
RAGGIUNGENDO LA DISCARICA DI TERZIGNO




Giovedì 8 Aprile il Movimento Civico Comuni Vesuviani ha indetto un corteo con concentramento a Piazza Matteotti, Boscotrecase.
Circa mille persone hanno chiesto con determinazione la bonifica delle aree inquinate, la chiusura immediata della discarica ex SARI, la non apertura della nuova discarica Cava Vitiello e un piano rifiuti concordato con le comunità in Lotta che vada verso RIFIUTI ZERO.

A Corso Umberto I si sono registrati alcuni attimi di tensione quando, giunti nei pressi dell’abitazione del sindaco di Boscotrecase (che non ha preso parte al corteo), i manifestanti hanno chiesto a gran voce le dimissioni di tutti gli amministratori locali dei territori vesuviani, complici dell’avvelenamento di queste terre.
Durante il corteo molti cittadini si sono uniti alla gente che avanzava verso la discarica.
Giunti alla rotonda di via Panoramica i manifestanti hanno trovato la polizia intenzionata a fermarli, ma sono comunque riusciti, dopo una breve contrattazione coi dirigenti delle forze dell’ordine, a proseguire fino all’ingresso di via Nespole della Monica dove la celere, schierata in assetto antisommossa, era pronta a difendere il tal quale campano custodito all’interno della discarica ex SARI.Nonostante la presenza massiccia di forze dell’ordine, una delegazione di manifestanti e giornalisti è comunque riuscita a raggiungere la discarica piazzando simbolicamente delle bandiere sulla ex SARI come primo passo verso la riconquista dei territori.



Le popolazioni unite hanno dimostrato di essere ancora in grado, nonostante il processo di militarizzazione e repressione messo in campo in maniera prepotente dal potere statale, di circolare all’interno dei proprio territori. La forza delle genti scese in piazza nelle ultime settimane ha permesso al Movimento di chiedere e ottenere un incontro con il prefetto. La nostra Lotta però non si fermerà a questo. Il prossimo obiettivo è un incontro con il ministro dell’ambiente che dovrà ascoltare le richieste delle Comunità in Lotta contro il disastro ambientale.


Erano con noi in strada a far fronte comune contro l'ecocidio gli uomini e le donne di Giugliano, Chiaiano, Marano .

UNISCITI ALLA LOTTA!

sabato 3 aprile 2010

Comunicato stampa 1 aprile e manifestazione 8 aprile



MOVIMENTO CIVICO COMUNI VESUVIANI

Le popolazioni, in queste ultime mobilitazioni, stanno esprimendo con forza il loro profondo dissenso nei confronti di un piano rifiuti fallimentare ed esercitando, anche attraverso il blocco dei camion, la capacità di riappropriasi dei loro territori e di un diritto fondamentale come quello alla salute.
I commissariati straordinari, la militarizzazione dei territori, i decreti avvelenatori e gli avvolti della politica non fermeranno la lotta dei cittadini autorganizzati.

Giovedì 8 aprile
CORTEO

Concentramento via G.Matteotti, Boscotrecase
area ex stazione circumvesuviana
Ore 19.30
UNISCITI ALLA LOTTA!


Segue comunicato stampa:
1 aprile 2010

Il primo aprile i cittadini dell’area vesuviana si sono dati appuntamento alle ore 21:30 in via Nespole della Monica a Terzigno (Area presidio 2007) per protestare ancora una volta contro il disastro ambientale che dopo 15 anni di emergenza voluta e gestita da politica e malaffare, decide oggi, utilizzando l’esercito, di aprire una nuova discarica nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio.
Durante l’assemblea che ha visto la partecipazione di circa mille persone, il Movimento ha informato i presenti della costituzione di un comitato tecnico- scientifico per effettuare rilievi ed analisi delle zone inquinate e ribadito la propria piattaforma: contro discariche ed inceneritori, per la riduzione a monte dei rifiuti, per il trattamento meccanico biologico a freddo, riciclo, riuso e compostaggio, verso RIFIUTI ZERO, per una politica ambientale auto-gestita dal basso, contro il disastro ambientale messo in atto da una politica scellerata e criminale, per il diritto alla salute.
Alcuni momenti di tensione durante l'intervento del Sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella. I cittadini, nell’ascoltare nuovamente la sua proposta di predisporre vigili urbani per controllare ed eventualmente bloccare gli autocompattatori diretti alla discarica, hanno contestato il primo cittadino ricordando che durante un consiglio comunale di novembre 2009 aveva fatto la stessa promessa. Il sindaco si è comunque impegnato ad attivarsi per controlli sul contenuto dei camion e ha manifestato la volontà di porsi a capo di un eventuale corteo; quando però i cittadini hanno cominciato ad incamminarsi verso la discarica, il sindaco è stato più volte invocato invano.
Il corteo spontaneo è proseguito fino al presidio delle forze dell’ordine in assetto antisommossa, pronte a difendere la discarica di Terzigno e il suo prezioso contenuto dalla rabbia dei cittadini.
Decisi ad evitare scontri con la polizia, i manifestanti hanno deciso di raggiungere la rotonda via Panoramica, snodo nevralgico tra i comuni di Boscotrecase, Boscoreale e Terzigno, per continuare l’assemblea, bloccando la circolazione stradale e l’arrivo degli auto compattatori fino a notte inoltrata.