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Diretta corteo in streaming su WebTV: http://www.livestream.com/vesuvioinlotta




"Una diossina intellettuale sta decretando il Declino e la Caduta dell'Impero dell'Essere Umano...
e se non avessi qualche speranza lascerei perdere." F. Battiato
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Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.


Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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lunedì 29 marzo 2010

Comunicato Stampa del "Comitato in difesa delle cave di Chiaiano e Marano"

"Misure cautelari agli attivisti del preisidio di Chiaiano per le cariche del 23 maggio 2008...!"

La vendetta va servita fredda!! In che altro modo possiamo commentare quello che è successo stanotte?? 
La polizia si è presentata a casa degli attivisti del presidio per notificare 5 provvedimenti di misura cautelare tra arresti domiciliari e obbligo di firma per "pericolosità sociale" per fatti di due anni fà (!!). Gli eventi sono quelli famosissimi delle prime cariche a Chiaiano del 23 maggio 2008 quando la polizia caricò il presidio di cittadini a mani alzate (fu manganellato perfino il giornalista Rai Romolo Sticchi) facendo indignare tutta l'Italia. Era il prologo delle cariche del giorno dopo quando due ragazzi sarebbero addirittura stati scaraventati giù da via Cupa dei Cani rischiando di ammazzarli.
Ebbene mentre nessuno di quei poliziotti e dirigenti è stato mai inquisito per quelle cariche e per la loro violenza gratuita, a due anni di distanza (!!) l'inchiesta condotta dal Pm Narducci produce misure cautelari per i dimostranti! Con accuse francamente surreali rispetto alla gravità della misura dopo così tanto tempo e al merito effettivo dei fatti contestati: danneggiamenti e interruzione di pubblico servizio. Qualcuno è accusato "di aver fatto bloccare un pullman", qualcun altro "di aver tentato di sottrarre lo scudo a un agente di polizia", mentre li massacravano di botte...! 
Gli elementi che a distanza di così tanto tempo qualificherebbero la "pericolosità sociale" sono ancora più incredibili: per Egidio e Davide ad esempio è il fatto di essere stati fermati in un camion (quello della manifestazione dello Jatevenne Day il 30 settembre 2008) insieme al proprietario dello stesso che nel camion teneva una falce. Situazione per la quale all'epoca del fermo del camion non ricevettero nessuna accusa perchè fù subito accertato che la falce apparteneva al proprietario che di mestiere fa il contadino. Per Pietro addirittura la situazione è paradossale: proprio il 23 maggio fu fermato durante le cariche e processato per resistenza. Quindi sarebbe due volte inquisito per le stesse cose!! E l'elemento che secondo il Pm accerterebbe la sua "pericolosità", il fatto di parlare col megafono agli altri manifestanti, è stato già derubricato nel giudizio del tribunale come un atto non rivolto ad aizzare la folla ma a mantenere la calma...
E allora ci chiediamo se l'inchiesta di Narducci c'entri qualcosa con l'amministrazione della giustizia o non rappresenti piuttosto la rivalsa esemplare dei poteri forti di questa regione e di questo paese verso la resistenza di una popolazione che ha fatto parlare l'Italia e ha disturbato non poco i grandi speculatori "dell'affare rifiuti". Ma noi non ci stiamo a veder criminalizzata la nostra lotta in difesa della salute e della nostra terra mentre i grandi inquisiti per la sua devastazione (a partire da Guido Bertolaso) girano tranquillamente a piede libero! Già oggi convochiamo un'assemblea al presidio di Chiaiano alle ore 18.00 per mobilitarci e chiediamo a tutti i cittdadini napoletani di difendere con noi la verità e la giustizia. 

Comitato in difesa delle cave di Chiaiano e Marano

Assemblea pubblica alle ore 18 alla rotonda di Chiaiano. Diffondiamo tutti!

domenica 28 marzo 2010

ASSEMBLEA PUBBLICA
GIOVEDI 1 APRILE ore 21:30
Via Nespole della Monica (Terzigno)
Area Presidio 2007



Video Manifestazione 26 Marzo 2010


sabato 27 marzo 2010

ASSEMBLEA PUBBLICA
SABATO 27 MARZO 2010
Boscoreale, piazza Pace
ore 19:00

CONTRO DISCARICHE ED INCENERITORI

PER IL TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO (TMB): TRATTAMENTO A FREDDO DEI RIFIUTI

PER LA RIDUZIONE A MONTE

PER RICICLO, RIUSO E COMPOSTAGGIO

PER UN PIANO STRAORDINARIO DI BONIFICA DELLE AREE INQUINATE



la cittadinanza tutta è invitata a partecipare

Manifestazione antidiscarica 18 e 20 Marzo

mercoledì 24 marzo 2010

VENERDI 26 MARZO

ore 19.00

STAZIONE FS - BOSCOREALE

via Giovanni della Rocca

ASSEMBLEA PUBBICA

- INCONTRO FRA I COMITATI -

CONTRO DISCARICHE ED INCENERITORI

PER IL TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO (TMB): TRATTAMENTO A FREDDO DEI RIFIUTI

PER LA RIDUZIONE A MONTE

PER RICICLO, RIUSO E COMPOSTAGGIO

PER UN PIANO STRAORDINARIO DI BONIFICA DELLE AREE INQUINATE



La cittadinanza tutta è invitata a partecipare


martedì 23 marzo 2010

Tappi di cera

Dopo l’assemblea pubblica di giovedì scorso che ha visto una buona partecipazione popolare, dopo il blocco dei camion di rifiuti diretti nella notte alla discarica del Vesuvio, è tempo di rimboccarci le maniche e tornare il più rapidamente possibile alla realtà concreta, quella fatta di scempio ed avvelenamento generalizzato dei territori, per riattivare da subito altri momenti di lotta. A nulla serve continuare ad ascoltare coloro i quali, come uccelli del malaugurio, non hanno altro di meglio da fare che strombazzare in giro cose senza senso al solo scopo di indebolire l’azione autonoma dei movimenti e delle genti autorganizzate. Questo “coro delle sirene” vorrebbe ricondurci tutti in un alveo buonista, lo stesso propagandato dai militanti dell’ordine costituito che cercano di nascondere la loro intolleranza verso il diverso dietro l’invocazione all’autodisciplina come strumento di contenimento del disordine e del conflitto. Ma l’autodisciplina ha bisogno di Valori per funzionare e siccome non ce ne sono più, nessuno può enunciarli se non richiamandosi ad un’astratta quanto inutile responsabilità etica. In realtà quello che si pretende di far rispettare, dato che nel supermercato della politica tutto si può comprare oggi tranne che i valori, è un puro ordine nichilistico fatto di regole, orari, norme di mera condotta che possono funzionare come momenti centrali di socializzazione.

In alternativa, dopo esserci muniti di salvifici tappi di cera, noi crediamo che oggi fondamentale è ripartire dalle potenzialità dei corpi ad agire. In una società reale fatta di individui, di minoranze, di culture del consumo e del lavoro che non si materializzano più in una cultura politica, il passaggio, se c’è, non si situa nella coscienza ma sul territorio. E’ sul territorio che si dispiega la catena del valore. E’ sul territorio che si realizza la mobilità spaziale e la flessibilità temporale della forza-lavoro. E’ sul territorio che la società è messa al lavoro attraverso l’esplosione della giornata lavorativa sociale. E’ sul territorio che si dispiegano i grandi processi di esodo nel mercato del lavoro globale. E’ sul territorio che sono riscontrabili le profonde ferite provocate dalla colonizzazione imprenditoriale che sta facendo dell’ecosistema un campo di sterminio.

Ecco allora come indispensabile diviene tornare a presidiare la nostra terra, e non perché c’è qualcosa da conservare, ma perché bisogna tutto nuovamente ricostruire.

Mai come oggi forse, il fine, il senso di collettivo agire “verso”, appare assolutamente fondamentale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento meccanico a freddo, riciclo, riuso, compostaggio. Per un Piano alternativo di gestione dei rifiuti concordato con le comunità in lotta.

Movimento difesa del territorio Area Vesuviana

domenica 21 marzo 2010

Da "Il Mattino" 21.03.2010

Boscoreale. Giovedì sono riusciti a fermare i camion che dovevano sversare in discarica. Ieri, in trecento, sono tornati sul sito in località Pozzelle a Terzigno, partendo da piazza Pace a Boscoreale. Un lungo corteo per ribadire il dissenso ai rifiuti nel Parco Vesuvio. I comitati contro le due discariche (una già attiva, l’altra in via di costruzione) sono, dunque, tornati in piazza. Un nutrito gruppo di cittadini che dopo una breve assemblea ha deciso di spostarsi sul sito di Terzigno. Presenti molti di quelli che giovedì scorso erano riusciti a fermare i camion sulla Panoramica. Erano almeno 150 i cittadini arrivati da Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase. Gli attivisti dei comitati sono riusciti ad impedire ai camion dei Comuni di scaricare. Una protesta pacifica: passeggiate lente davanti agli automezzi, macchine parcheggiate in modo da impedire loro il transito. È bastato questo, però, a far formare in poche ore una lunga fila di camion. Intorno all’una di notte la coda arrivava fino alla rotonda di via Panoramica, cioè a quasi dieci chilometri di distanza dalla discarica. La presenza della polizia ha poi indotto i manifestanti ad abbandonare il presidio e nessuno ha perso la calma. Gli stessi autisti, in fila per ore, non hanno mostrato segni di nervosismo, attendendo pazientemente il momento buono per scaricare i loro rifiuti. La protesta spontanea di giovedì, dunque, ha indotto subito i comitati ad organizzare una nuova assemblea ieri sera che è proseguita con un nuovo corteo verso l'impianto che ha creato rallentamenti al traffico. La rabbia, insomma, cresce giorno dopo giorno. «Ormai la gente ha preso coscienza del dramma ambientale che sta vivendo tutta l’area vesuviana, è il momento di non fermarsi», spiegano gli attivisti, mentre i residenti di Boscoreale e Boscotrecase, più vicini in linea d’aria rispetto a quelli di Terzigno, continuano a fare i conti con la puzza dei rifiuti: «Si tratta di un tanfo insopportabile, siamo molto preoccupati per quello che potrebbe succedere questa estate, la nostra salute è in pericolo». «Si sta compiendo, nel silenzio più assoluto, il più grave degli ecocidi, una seconda megadiscarica nel mezzo del Parco nazionale del Vesuvio, che firmerà la condanna a morte della nostra amata Campania felix» rincara la dose la genetista del Cnr Emilia Vitale, referente partenopea dell'associazione ambientalista ”Ambientevivo”. «È triste vedere quello che sta succedendo proprio in uno dei luoghi più belli d'Italia dove si produce una delle eccellenze italiane nel campo dell'enogastronomia: il ”Lacryma Christi del Vesuvio”. Lo stesso luogo - conclude - dove pochi mesi fa sono stati inaugurati gli eco-bus per non inquinare l'aria». © RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 20 marzo 2010

NON VOTARE, LOTTA!

Durante l'assemblea convocata per il 18 marzo alla quale hanno partecipato circa 200 persone del comprensorio, i cittadini hanno spontaneamente deciso di scendere su via Zabatta e hanno interrotto per alcune ore la circolazione bloccando decine di camion diretti alla discarica.Nonostante la presenza di un numero spropositato di forze dell'ordine pronte ad intervenire in assetto anti sommossa, la civiltà della protesta ha impedito il nascere di qualsivoglia tipo di disordine. I cittadini assicurano che questa è soltanto una delle iniziative che nei prossimi giorni verranno messe in campo per alzare la voce contro un piano rifiuti scellerato e una politica fallimentare da sempre complice dell'avvelenamento dei nostri territori.

L'unica alternativa a politiche succubi di un mercato che con le sue leggi tutto riduce a merce è l'autogestione dei territori.
NON VOTARE, LOTTA!

APPUNTAMENTO SABATO 20 MARZO 2010
Boscoreale\Piazza Pace
Ore 17.00

CAMPANIA: AMBIENTEVIVO, EMERGENZA RIFIUTI FINISCE NEL PARCO DEL VESUVIO

(ASCA) - Roma, 19 mar - ''Mentre l'emergenza rifiuti passa nel dimenticatoio e mentre in un clima di campagna elettorale si urla 'Mai piu' rifiuti in Campania!' si sta compiendo, nel silenzio piu' assoluto, il piu' grave degli ecocidi, una seconda megadiscarica nel mezzo del Parco nazionale del Vesuvio, che firmera' la condanna a morte della nostra amata Campania felix''.

Lo dichiara la genetista del CNR Emilia Vitale, referente partenopea dell'associazione ambientalista ''Ambientevivo''.

''Concordo -spiega la Vitale- con il Movimento 'Difesa del territorio Area Vesuviana' che sta manifestando duramente contro questo scempio offrendo soluzioni alternative per uno smaltimento ecocompatibile dei rifiuti''. ''Attraverso soluzioni alternative - prosegue la Vitale - potremmo evitare le gravi conseguenze per la salute che deriveranno dal rilascio di biogas e percolati che producono un aumento del rischio di malformazioni congenite e di malattie tumorali''.

''E' triste vedere quello che sta succedendo proprio in uno dei luoghi piu' belli d'Italia -conclude Emilia Vitale- dove si produce una delle eccellenze italiane nel campo dell'enogastronomia: il 'Lacryma Christi' o 'Lacryma Christi del Vesuvio', lo stesso luogo dove pochi mesi fa sono stati inaugurati gli eco-bus per visitare i siti archeologici della zona vesuviana, per non inquinare l'aria''.

giovedì 18 marzo 2010

Dopo tre anni torniamo sul luogo del disastro

Assemblea Pubblica giovedì 18 marzo 2010 ore 19,30
via Nespole della Monica (area presidio 2007).

Galli sulla monnezza

La storia di questi 16 anni di crisi dei rifiuti in Campania, che hanno causato l’avvelenamento radicale di terra, prodotti ed abitanti, è densa e piena di contraddizioni: dal piano Rastrelli al decreto Ronchi passando dalla FIBE-IMPREGILO al commissario straordinario Bassolino, da Prodi agli impianti di CDR fuori norma, dal prefetto di ferro Catenacci al superprefetto De Gennaro (quello del g8 di Genova), da BertolasoI° a BertolasoII° ed indagato, sino al Re-Berlusconi ed alla falsa fine dell’emergenza attraverso la moltiplicazione, manu militari, di megadiscariche ed inceneritori. Uno scenario drammatico, che diventa incubo se lo osserviamo dai nostri paesi (l’area vesuviana di Terzigno, Boscotrecase e Boscoreale) interessati da un accanito inquinamento che ha inizio nei lontani anni ’70. Se oggi l’attenzione è rivolta alle due nuove discariche (di cui una funzionante dalla scorsa estate e l’altra, Cava Vitello, di dimensioni spropositate, pronta ad essere inaugurata) che fanno scomparire sotto una coltre di rifiuti l’idea di un Parco Nazionale del Vesuvio, nulla si dice della vecchia SARI, discarica esaurita nel 1995 e mai bonificata, vera bomba ecologica causa prima dell’innalzamento dei tassi di malformazioni, tumori e malattie cardiovascolari tra i paesi limitrofi. E’ proprio la questione della bonifica che rende più chiaro ai nostri occhi l’imbroglio ecologico che si sta perpetrando ai danni delle popolazioni disinformate. Bisogna essere onesti intellettualmente: quando e come si potrà mai bonificare e risanare l’ambiente e la falda acquifera dopo aver colmato un buco a fossa con più di 70 metri di rifiuti di tutti i tipi? Sino ad ora l’opera delle istituzioni, tecniche e politiche, non ha minimamente tranquillizzato i cittadini garantendo l’esecuzione di interventi adeguati, duraturi e risolutivi. La necessità della bonifica dei siti inquinati, e di quelli che lo saranno di qui a breve, è indubitabile ma è altrettanto vero che tutto quello che praticamente è stato fatto per restaurare l’ambiente ed eliminare i focolai d’inquinamento altro non ha rappresentato che l’ulteriore fonte di facili guadagni per l’insaziabile lobbie politico-camorristico-imprenditoriale (caso Jacorossi docet…).

Ecco perché non ci fidiamo dei balletti pre-elettorali di coloro i quali in tanti anni niente hanno fatto per indirizzare le politiche ambientali dei loro paesi su strade sostenibili e rispettose della salute degli abitanti. La loro contrarietà, adesso, all’apertura di nuove discariche è palesemente strumentale, prova ne è il fatto che non riescono a proporre serie alternative ad un modello di sviluppo che erge a sistema la creazione di inceneritori, rigassificatori, dissociatori molecolari e, perché no, centrali nucleari. Costoro, la partitocrazia al potere, che oggi vorrebbero atteggiarsi a paladini del bene comune (mirando, in realtà, al consenso!) non sono altro che galli sulla monnezza. Prima hanno condannato questa terra ed i suoi abitanti ad una morte lenta ed inesorabile poi, sullo stesso suolo contaminato, stanno inscenando una danza macabra ritmata dall’ozioso ritornello vota tu che voto anch’io. Tutto questo incoscienti del dato che il loro destino è praticamente segnato: essere inchiodati alle loro irresponsabilità.

Come comitati e movimenti autonomi dell’area vesuviana continueremo a percorrere, come da 6 anni a questa parte, una strada altra proponendo una strategia di gestione dei rifiuti partecipata, radicalmente opposta all’attuale e per un piano compatibile con la salute collettiva senza megadiscariche ed inceneritori incentrato sul modello “Zero Rifiuti”.

Movimento difesa del territorio Area Vesuviana

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