Ci siamo trasferiti su
WWW.VESUVIOINLOTTA.ORG

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Diretta corteo in streaming su WebTV: http://www.livestream.com/vesuvioinlotta




"Una diossina intellettuale sta decretando il Declino e la Caduta dell'Impero dell'Essere Umano...
e se non avessi qualche speranza lascerei perdere." F. Battiato
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Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.


Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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mercoledì 30 gennaio 2008

CORTEO REGIONALE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Facciamo girare a tutti, raccogliamo adesioni. Siamo dispersi a resistere in tanti territori all'assalto alla nostra salute e all'ambiente. Ma è necessario dare anche un segnale politico forte e unitario! Per impedire che usino questa ennesima emergenza per continuare come sempre, mentre diffamano le nostre lotte come"localiste"!! Solo rendendo visibile il coordinamento dei comitati e l'esistenza di un discorso comune possiamo mostrare il "re nudo" e cercare di fermarli. Portiamo tonnellate di materiali differenziati in piazza Plebiscito!
NO ALLA NUOVA FIBE!!CAMBIAMO IL "PIANO RIFIUTI" PER DIFENDERE LA NOSTRATERRA DALLA SPECULAZIONE E DALLE ECOMAFIE!Emergenza...Discariche...Incenerimento... sono le parole che più ascoltiamo in questi giorni drammatici per la nostra regione. Eppure niente è stato fatto per superare davvero l'emergenza e per tutelare la salute e l'ambiente.Niente norme sugli imballaggi, niente avvio della raccolta differenziata "porta a porta", nemmeno la separazione del"secco dall'umido" che almeno avrebbe tolto dalle strade la parte putrescente dei rifiuti... Nessun provvedimento per ridurre la produzione di "munnezza" a favore del riciclo e del riuso. Continua invece il boicottaggio della raccolta differenziata in modo da utilizzare sempre più le discariche (che favoriscono anche gli sversamenti abusivi della camorra) e rendere infine inevitabile l'incenerimento. Sono gli inceneritori, infatti, il nuovo grande imbroglio, perchè speculano sui soldi delle "energie alternative" (CIP6) e producono "polveri speciali" da mettere in nuove discariche... Il 30 gennaio scade il bando per il nuovo piano rifiuti, che è sempre il...vecchio piano rifiuti! Quello che ha provocato questo sfascio! E invece l'alternativa esiste: raccolta differenziata spinta, riduzione a monte dei rifiuti, riciclo, compostaggio e trattamento meccanico biologico(naturale) del residuo. Perciò le reti e i comitati hanno cominciato ad autogestire isole ecologiche per la raccolta differenziata in tutta la regione. Invitiamo tutti a creare e far crescere i comitati civici come risposta all'esproprio di demorazia rappresentato da 14 anni di Commissariato "Straordinario". A Napoli il punto di coordinamento quotidiano è in piazza del Gesù. Pretendiamo l'immediato rilancio pubblico della raccolta differenziata, le norme sugli imballaggi e l'abbandono delle politiche speculative!
VENERDI 1 FEBBRAIO ore 17.00 - piazza del Gesù- CORTEO REGIONALE DELLARACCOLTA DIFFERENZIATA: Portiamo in massa materiali differenziati in piazza Plebiscito!
(Manifestazione indetta dall'assemblea delle reti e dei comitati campaniin occasione dell'incontro nazionale della rete "Rifiuti Zero" a Napoli)

domenica 27 gennaio 2008

AUSCHWITZ




Son morto che ero bambino son morto con altri cento passato per il camino ed ora sono nel vento. Ad Auschwitz c'era la neve e il fumo saliva lento nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento. Ad Auschwitz tante persone ma un solo grande silenzio è strano non ho imparato a sorridere qui nel vento. Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento. Ma ancora tuona il cannone ancora non è contenta di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento. Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento mai si poserà. Ancora tuona il cannone ancora non è contento saremo sempre a milioni in polvere qui nel vento.

ETICA POLITICA

TOTO' VASA VASA, DOPO LA SCORPACCIATA DI CANNOLI, SI E' DIMESSO (ERA ORA!)
E BASSOLINO? HA INCASSATO LA FIDUCIA INCONDIZIONATA DEL CONSIGLIO REGIONALE, ED ORA, DOPO AVER FESTEGGIATO L'AVVENIMENTO CON BABA' E SFOGLIATELLE, NEL TRIPUDIO GENERALE E NELL'INTERESSE DELLA COLLETTIVITA', PROSEGUIRA' IMPERTERRITO LA SUA OPERA, QUELLA INIZIATA QUASI UN VENTENNIO FA, CHE HA PORTATO LA NOSTRA REGIONE AI MASSIMI VERTICI DELL'ECCELLENZA. QUESTI SONO I POLITICI CHE CI PIACCIONO, GLI UNICI CHE CI POSSONO ASSICURARE "TRE KILOMETRI DI PILU"!

sabato 26 gennaio 2008

Pianura, ecco i veleni delle aziende del Nord

La Procura acquisisce in Provincia la lista di ditte che sversarono nell´area. Rifiuti ospedalieri e chimici da Lombardia Piemonte e Liguria
di Conchita SanninoOra c´è un riscontro formale. Nel cuore di Pianura hanno sepolto fiumi di fanghi speciali, tonnellate di amianto, pezzi di terreno inquinato con gasolio, rifiuti ospedalieri e chimici. Quasi tutti provenienti, secondo alcuni atti acquisiti in queste ore dalla Procura di Napoli, da numerose aziende di Lombardia, Piemonte e Liguria che pagavano e registravano regolarmente quei viaggi per liberarsi di fastidiose "scorie". Regioni che inviavano quaggiù lo scarto di lavorazioni pericolose fin dagli anni Ottanta: con il guadagno dei proprietari della discarica e il placet (o l´indifferenza) delle autorità locali. Dopo congetture e allarmi più o meno fondati, cominciano ora a parlare le "carte" di Contrada Pisani: con buona pace del Nord o dello stesso Lazio che oggi si rifiuta di solidarizzare con la Campania inefficiente; e dei proclami dello stesso patron della Lega, Umberto Bossi, che ancora l´altra sera in tivù supportava il rifiuto delle popolazioni del nord. «Sento dire che a Pianura c´è acido solfidrico in valori mille volte superiori, non è possibile, i cittadini del nord hanno paura - diceva il Senatur -. Perciò si è deciso di non fare passare quei camion attraverso le nostre regioni». Con i primi approfondimenti dei magistrati della Procura di Napoli, si apre da ieri uno spiraglio di verità nella guerra dei veleni di Pianura.Stando ai primi atti raccolti dai pubblici ministeri, difatti, nella discarica quarantennale della periferia ovest di Napoli non arrivavano solo le montagne di sacchetti provenienti da tutta Italia; né solo i rifiuti pericolosi sversati, come autorevoli atti parlamentari ipotizzano, in maniera sotterranea e invisibile - e quindi secondo percorsi non più verificabili. Da ieri spuntano invece responsabilità declinate per nome e provenienza geografica nella caccia agli autori di un presunto disastro colposo provocato dall´enorme quantità e qualità di rifiuti "inadeguati" sepolti nel ventre di Pianura. Basta dare uno sguardo alle cinque pagine di "viaggi ufficiali", quindi leciti, tratti dagli archivi della Provincia di Napoli e trasmessi dall´ente di piazza Matteotti ai pm che ne avevano fatto richiesta, la sezione coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, titolare del fascicolo il magistrato Stefania Buda.
A scorrere le carte - peraltro incomplete - tenute in serbo dalla Provincia, risulta che centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti ospedalieri, fanghi speciali, polveri di amianto, residui di verniciatura, alimenti avariati o scaduti sono finiti a Contrada Pisani. Una attività che sarebbe stata regolarmente autorizzata dalle autorità provinciali di Napoli anche se in violazione delle norme a tutela dell´ambiente in vigore dal 1982. Su questo sta indagando il pm Buda, che nei giorni scorsi ha ordinato il sequestro della discarica e che ha ricevuto ieri i dati relativi allo sversamento. Dati per ora relativi al periodo che va dal 1987 al 1994. Il magistrato, che ha avviato l´inchiesta per i casi di malattia e i decessi che si sarebbero verificati a causa dell´inquinamento dell´area, ipotizza i reati di disastro ambientale ed epidemia colposa; e sta verificando anche le eventuali responsabilità amministrative. Va fatta però una premessa: tutti i rifiuti speciali o pericolosi stoccati, se trattati secondo norma, andrebbero considerati non nocivi. Dall´eventuale mancanza di una bonifica adeguata deriva la loro carica di rifiuti cosiddetti "tossici". Nell´elenco sono indicate le aziende e le località di provenienza: Brindisi, vari comuni del Torinese (Chivasso, Robassomero, Orbassano), San Giuliano Milanese e Opera (Milano), Cuzzago di Premosello (Milano), Riva di Parabbiago (Milano), Pianoro (Bologna), Parona (Pavia), Mendicino (Cosenza), San Gregorio (Reggio Calabria), e Roma. Qualche dato tra gli altri.
In particolare, nel 1990, arrivano 16 tonnellate di scarti di collante acrilico dalla Sicaf di Cuzzango di Premosello (Novara);
stesso periodo, 21 tonnellate di fanghi dell´impianto di depurazione di Ferolmet di San Giuliano Milanese (Milano).
Sempre a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta, Pianura resta l´eden dei rifiuti speciali: 22 tonnellate di morchie di verniciatura, resine e fanghi arrivano dalla provincia di Padova;
25 tonnellate di rifiuti speciali cosmetici scaduti da Tocco Magico di Roma;
altre 50 tonnellate di morchie di verniciatura dalla Sicaf di Premosello (Novara).
E ancora: vi finiscono sepolte 79 tonnellate di rifiuti speciali industriali da Centro Stoccaggio Ferrara di Robassomero (Torino);
113 tonnellate di polveri di amianto bricchettate da Centro di stoccaggio Ferrara di Robassomero (Torino);
552 tonnellate di fanghi di verniciatura della Ferolmet di San Giuliano Milanese (Milano).
E, infine, 1.106 tonnellate di scorie e ceneri di alluminio dalla Fonderie Riva di Parabbiago (Milano).
Il pm Buda sta svolgendo anche un monitoraggio presso diversi uffici pubblici (Asl, ospedali, Inail, eccetera) per verificare le relazioni tra i casi di tumori e altre malattie e la situazione di inquinamento. Nei prossimi giorni il magistrato nominerà diversi consulenti per accertamenti scientifici. Non è escluso che si prelevino campioni di tessuto da famiglie di cittadini di Pianura per confrontarli con gli esami delle persone colpite in quell´area da mali incurabili.

di Conchita Sannino

da la Repubblica Napoli

mercoledì 23 gennaio 2008

«Fate di Napoli una S. Francisco»

da Il Manifesto del 20.1.08
«Fate di Napoli una S. Francisco»
Intervista a Paul Connet, teorico mondiale dei rifiuti zero: «Nella città americana solo il 35% in discarica. Vivere senza spazzatura si può. Il problema è la corruzione, perché gli inceneritori sono il nuovo business»
di Simona Bonsignori

Paul Connet è docente di biochimica alla università St.Lawrence di Canton, nello Stato di New York. Teorico mondiale della strategia «rifiuti zero», ha tenuto conferenze in più di quaranta nazioni mettendo in luce i pericoli sanitari derivanti dall'incenerimento dei rifiuti e illustrando le possibili alternative. Lo abbiamo incontrato appena giunto in Italia in occasione di un tour vorticoso di incontri con i cittadini e gli amministratori locali, il primo dei quali con il presidente-commissario della Regione Lazio, Marrazzo, circa la disastrosa questione di Malagrotta a Roma, la più grande discarica d'Europa, in procedura d'infrazione perché esaurita da anni e oggetto di una class action contro i danni da inquinamento, nella quale è, appunto, in costruzione un inceneritore con recupero energetico (termovalorizzatore è un termine italiano per distrarre dal problema principale). «La ragione per cui vengo spesso in Italia è che ho la speranza che voi abbiate ancora la creatività di Leonardo e Galileo. I rifiuti sono un'invenzione umana quindi l'obiettivo è disegnare i rifiuti fuori dal sistema: una nuova sfida per l'industrial design - spiega Connet - La costruzione di ogni inceneritore, invece, porta indietro di 25 anni il nostro sviluppo. C'è un approccio stupido, avido e infantile allo spreco: come se le risorse e lo spazio fossero infiniti. Così non è. Anche i manager delle corporation, pur avendo il compito di far quadrare il bilancio trimestrale hanno dei figli. Devono convincersi, dunque, che il riciclo e il riutilizzo delle componenti non deteriorate non solo è possibile ma è anche economicamente vantaggioso.

La sua è un'ipotesi per il futuro o si tratta di strategie già in atto?
Esempi in tal senso non mancano: la Xerox ha un programma di riciclaggio dei materiali di consumo usati, come i toner. Inoltre ha sperimentato che ritirando le vecchie fotocopiatrici e riutilizzano le componenti non usurate ottiene un risparmio di milioni di dollari creando nuovi posti di lavoro. Questa è la grande novità. Indispensabile è, poi, l'investimento in ricerca per arrivare a una progettazione industriale che riduca gli sprechi e studi strategie di riutilizzo. Centri di ricerca mirati dovrebbero sorgere anche vicino alle discariche per studiare i differenti tipi di materiale. Inventare un sistema che cerca di controllare cosa esce fuori da una discarica è l'unico modo per controllare di conseguenza cosa vi entra e tentare di ridurlo.
Cosa accade, invece, con l'utilizzo degli inceneritori?
L'esatto contrario: tu fissi la quantità di rifiuto e non c'è modo di ridurla. Anzi il business sta nell'aumentare sempre più il tonnellaggio combusto. Gli inceneritori bloccano la via al riuso e alla riduzione. Altrimenti faremo la fine di Tokyo con i suoi 23 inceneritori (loro bruciano tutto) cinque volte tanto la media del mondo occidentale.
Quindi non è sufficiente il solo riciclo ma occorre una vera inversione delle politiche di sviluppo industriale, combinata con una riduzione dello spreco consumistico. Un patto tra il cittadino e l'industria vantaggioso per tutti.

Vantaggioso perché il ciclo di raccolta differenziata porta il costo a un terzo di quello attuale; perché gli impianti per il riciclaggio hanno una tecnologia meccanica semplice, economica e di rapida realizzazione; perché è un processo che impiega un quarto dell'energia necessaria all'incenerimento, riducendo spreco di risorse ed effetto serra; perché opera risparmi di scala sulla produzione industriale e incremento di posti di lavoro. Questo sistema produce un risparmio energetico che riduce di 46 volte (4.600%) il surriscaldamento globale.
Qual è stato il ruolo delle proteste e delle resistenze messe in campo dai cittadini contro soluzioni come gli inceneritori?
Determinante perché la pubblica amministrazione va condizionata. E gli Stati Uniti dimostrano che è possibile. Negli Usa l'incenerimento è la tecnologia più impopolare dopo quella nucleare. L'ultimo inceneritore costruito risale al 1995, da quel momento sono state rigettate ben 300 domande di autorizzazione per nuovi impianti. Anche se, attualmente, stanno tornando alla carica. Tuttavia la maggior parte dei rifiuti finisce ancora in discarica e lì hanno molto spazio. Ma a S. Francisco, che paragonerei a Napoli come popolazione (850.000 persone) e struttura (è una città portuale) si è raggiunto in breve tempo un riciclo del 65% con l'obiettivo del 75% nel 2010. La parte residua va ancora in discarica, ma non dimentichiamo che il 25% di quello che l'inceneritore brucia si trasforma in ceneri tossiche che comunque vanno smaltite in discariche speciali. L'emergenza di Napoli (come per ogni altra città) si risolve con un diverso e funzionale rapporto con le aree limitrofe, come è accaduto a San Francisco: la campagna esporta in città il riciclo, dove non è un problema il riutilizzo di carta, vetro, metalli, plastica. La città esporta l'organico compostato per la produzione agricola che viene poi reimportata per il consumo cittadino.
Ma in Italia il sostegno economico pubblico va agli inceneritori incentivando, così, le strategie degli imprenditori privati....
Proprio perché l'incenerimento non risolve il problema ma continuerà a riprodurlo, stando il business nella quantità bruciata, l'amara conclusione è che è facile risolvere la crisi dei rifiuti, quello che è difficile (per tutti) è risolvere la crisi della corruzione.

Gli «elimina plastica» nel cuore della crisi

da Il Manifesto del 20.1.08
--------Buone pratiche-----
Gli «elimina plastica» nel cuore della crisi
Caserta L'esperienza della Erreplast: dove le bottiglie diventano maglioni

di Cinzia Gubbini

Più che di buona pratica, bisognerebbe parlare di un buon business. Ma la storia della Erreplast merita a pieno titolo di essere indicata come una strada intelligente per contribuire alla riduzione dei rifiuti. E non in un posto qualsiasi, ma nell'occhio del ciclone: la Erreplast sorge infatti a Gricignano di Aversa, in provincia di Caserta. In uno dei cuori dell'emergenza rifiuti, la Erreplast ricicla bottiglie di acqua minerale in plastica e le trasforma in scaglie in Pet. Una materia considerata quasi come vergine e con la quale si fanno parecchie cose: dal tessile all'industriale. In pratica nella zona industriale di Aversa si lavora affinché le super inquinanti bottiglie di plastica diventino maglioni e rivestimenti, ma anche fibra-fiocco, che serve a fare i mobili. I modi per utilizzare il Pet, poi, si stanno moltiplicando: termoformati, blister, tappeti in poliestere, cinghie industriali...Le aziende che usano questo materiale sono parecchie e nonostante il mercato principale della Erreplast sia quello italiano, a Gricignano arrivano clienti da tutta Europa. La ditta italiana, che gode di una buona reputazione, è riuscita ormai ad affermarsi come una dei primi produttori europei di Pet.Ma il paradosso è che la Erreplast per funzionare deve rivolgersi fuori dalla Campania: delle 10 mila tonnellate di bottiglie di plastica all'anno macinate negli impianti, 7 mila arrivano dalle regioni del centro Italia. Perché in Campania non si riciclano i contenitori dell'acqua minerale, anche quando ci sarebbe un posto dove mandarle che non è un'inceneritore o una discarica: «E' un peccato, anche perché siamo dotati di un impianto che può lavorare 20 mila tonnellate. Dunque, lo sfruttiamo soltanto per il 50%», spiega Antonio Diana, amministratore delegato della Erreplast. E non è che i soci della ditta avessero deciso di fare un impianto così grande per sfizio. «Il nostro progetto si basava sul piano di sviluppo della Regione, non sembrava esagerato se paragonato al consumo di acqua minerale in bottiglie di plastica in Campania, pari a 45 mila tonnellate all'anno». Di cui, invece, solo 4 mila vengono recuperate. E pensare che l'impianto di riciclo di bottiglie è nato nel quadro normativo del decreto Ronchi, con un finanziamento di 12 miliardi e ad inaugurarlo c'erano tutti, dal presidente della regione Campania Antonio Bassolino all'allora commissario per l'emergenza rifiuti Raffaele Vanoli. Era la fine del 2000 e il taglio del nastro sembrava dare grandi prospettive al riciclo campano e alla nascita di un'attività industriale capace di sfruttare le nuove tecnologie. Sette anni dopo Diana dice: «Il nostro fatturato annuo è mediamente di 6 milioni di euro, ma si potrebbe fare di più. Siamo ancora in fase di ammortamento. Se si riuscisse a sfruttare tutto il nostro impianto potremmo anche permetterci di assumere più personale, oltre ai 35 addetti che attualmente lavorano per noi».Riciclo, business pulito e posti di lavoro. Non è impossibile. Ma come vede Diana l'emergenza rifiuti che ha travolto di nuovo la sua regione? «Ho l'impressione che non si sia ancora capito che bisogna imboccare strade nuove per rispondere al problema dei rifiuti. La corresponsabilità è evidente: i politici da un lato, e i cittadino dall'altro che non attuano buone pratiche. con molta onestà, segnali ci sono sia a livello regionale che nazionale. Ma io farei qualcosa di più efficace». Cioè? «Bisognerebbe introdurre una cauzione sugli imballaggi. Sì, insomma, come il vuoto a rendere. Chi compra una bottiglia di plastica lascia una cauzione. Quando la riporta, riprende i soldi e a quel punto c'è la certezza che la bottiglia verrà riciclata in modo sistematico. Per noi, significherebbe poter programmare la quantità di lavoro e essere più efficienti».

domenica 20 gennaio 2008

Nuove idee per gestire il ciclo integrato dei rifiuti:


Vesuviani e Immondizia: responsabilità e autogestione

“E’ ricercando l’impossibile che l’uomo ha sempre realizzato il possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo” Michail Bakunin. È questo, oggi, il dilemma che si presenta davanti ai cittadini dell’area vesuviana, inondati dalla propria immondizia come in una rappresentazione artistica di un girone dell’Inferno dantesco.
Come voler rispondere all’emergenza? Quali le responsabilità di cui farsi carico e quale è la reale intenzione di cambiamento?
Continuare ad accusare e denunciare, o costruire un’alternativa basata sulla stessa volontà di cambiamento?
Una risposta deve partire da ogni cittadino, consapevole della non impenetrabilità del sistema, facendosi carico della responsabilità sulla propria vita e sulla propria salute.
Quello che oggi si propone, è si un progetto vasto e pretenzioso ma, rendendo pratiche le conseguenze, ha la possibilità di tradurre la rabbia in azione e la consapevolezza in responsabilità. Riunire tutti i cittadini vesuviani darà un segnale scioccante all’opinione pubblica e ai sistemi lobbistici depositari della gestione dei rifiuti in Campania.
La proposta si basa essenzialmente sulla creazione di una società cooperativa tra cittadini, con l’obiettivo di partecipare alla gara d’appalto che, dopo le decisioni dettate dall’emergenza, interesserà l’assegnazione della gestione della raccolta differenziata.
Una cooperativa formata con un sistema a doppia ragione sociale che unisca le istanze dei cittadini (utenti che intendono differenziare, conferire e gestire in modo sostenibile i rifiuti da essi stessi prodotti), e dei lavoratori (uniti per lavorare a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle offerte dal mercato).
Utenza e Lavoro. Libertà e responsabilità. Contingenza e volontà. Coraggio e immaginazione.
Per credere in qualcosa di impossibile ed incamminarsi verso la naturale padronanza sulla propria Libertà. Dovere e non diritto.

Proposta di Nicola, Somma Vesuviana

nascita, vita e morte di un sacchetto di immondizia

avete visto l'intervista di Maurizio Pallante?
chiaro, compresibile anche ai profani in materia (per non dire incolti).
avete l'opportunità di farlo! ORA!!!
http://www.beppegri llo.it/2008/ 01/maurizio_ pallante_ e_la_scomparsa_ dei_rifiuti. html

giovedì 17 gennaio 2008

COSA ASPETTIAMO ANCORA?

Il Movimento per la Difesa del Territorio Area Vesuviana, inserito all’interno della Rete Campana Salute e Ambiente, ribadisce la sua opposizione all’apertura della discarica di Terzigno, all’interno di un Parco Nazionale inesistente, in quanto già da tempo adibito a sversatoio di rifiuti di vario genere.
Noi diciamo NO allo scellerato piano rifiuti campano,che continua a rendere invivibile il territorio, in quanto ignora le alternative da tempo proposte dai movimenti e dalla Comunità scientifica.
Non saremo colpiti solo se la discarica sarà aperta : siamo già in pieno disastro a causa di un piano rifiuti che fissa obiettivi senza prevederne i mezzi necessari al raggiungimento (impianti di compostaggio inesistenti per la differenziata, impianti CDR inefficienti e paralizzati, aziende campane impegnate nel riciclaggio costrette a COMPRARE i materiali riciclabili FUORI REGIONE, ecc.).
E in tutto ciò, la politica NAZIONALE, REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE, non si smentisce: continua ad essere connivente con chi avvelena quotidianamente i nostri territori.
I RIFIUTI IN CAMPANIA sono solo le ceneri del fallimento del sistema politico italiano.

NO A DISCARICHE E INCENERITORI nè a Terzigno nè altrove

SI A RIDUZIONE DEI RIFIUTI A MONTE - RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA -RICICLO, RIUSO, COMPOSTAGGIO –TRATTAMENTO A FREDDO DEI RIFIUTI- BONIFICA DEI SITI INQUINATI

Invitiamo cittadini, associazioni e comitati civici ad un’ ASSEMBLEA PUBBLICA per unirci ancora una volta e definire le modalità di protesta DOMENICA 20 GENNAIO ore 19 PIAZZA TROIANO CARACCIOLO DEL SOLE (TERZIGNO)

Come ti riutilizzo il cibo in scadenza. Salvandolo dal bidone

da "il Manifesto" del 15.1.08

Buone pratiche/1 L'esperienza di Last minute market ha permesso di risparmiare quest'anno 283 tonnellate di rifiuti alimentari. Ora si passa al «no food». Ma l'informazione è ancora scarsa e i progetti solo 13 (di Cinzia Gubbini)

Se tutti i punti vendita italiani si mettessero in rete - supermercati, ipermercati e cash and carry - e decidessero di donare gli alimenti destinati al macero, in Italia si eviterebbero 283 mila tonnellate di rifiuti, con un risparmio di 882 milioni di euro. «Non è incredibile? E perdipiù si tratta di una nostra stima risalente al 2005 quando ancora non lavoravamo con le mense scolastiche, industriali e delle caserme. Decisamente sottostimato». Il professore Andrea Segrè è il preside della facoltà di Agraria dell'università di Bologna. Ma di certo la sua più grande soddisfazione - cosa piuttosto rara in Italia - non è il titolo accademico quanto il fatto di essere l'ispiratore del progetto «Last minute market», che dal 2003 ha generato una cooperativa (Carpe Cibum) costituita da quattro suoi ex studenti, che a sua volta ha dato vita a 13 progetti di recupero in tutta Italia. Il principio è semplice: ogni giorno i punti vendita si liberano di tonnellate di cibo. E non perché sia avariato. Ma perché il cliente pretende che il prodotto sia sempre perfetto, lucido e senza ammaccature. Che dire, poi, dei prodotti a cui mancano pochi giorni per superare la data di scadenza? Condannati al cassonetto. Gli studenti della facoltà di Agraria lo hanno scoperto nel '98, durante un seminario organizzato da Segrè che aveva invitato un suo ex allievo impiegato in un ipermercato. Per riuscire a mettere in piedi il primo progetto che permettesse a un negozio di donare il cibo in via di eliminazione alle associazioni che si occupano degli indigenti (ma quelli di Last minute li chiamano 'consumatori senza potere di acquisto'), ci sono voluti cinque anni: «Il primo muro sono state le Asl. I manuali di autocontrollo degli supermercati erano piuttosto rigidi - spiega ancora Segrè - e sembrava a tutti impossibile che un prodotto uscito dalla catena e per questo classificato come rifiuto potesse cambiare veste e essere riutilizzato. Ovviamente si poteva fare benissimo: ci abbiamo messo diverse tesi di laurea, molta ricerca, la dimostrazione che bastava integrare quei manuali perché l'impossibile diventasse possibile senza rischi. Oggi le Asl sono le nostre migliori alleate». Ma c'è stato bisogno anche di cambiare alcune leggi, come spiega una delle socie della coop Carpe Cibum, Sabina Morganti. E' stata proprio lei ad andare negli Stati uniti a studiare la cosiddetta «legge del buon samaritano», trasformata in Italia nella 155 del 2003, grazie alla lobby di vari soggetti tra cui il Banco Alimentare: «Non è proprio come negli Usa, ma funziona - spiega Morganti - in precedenza il supermercato era responsabile fino alla fine del prodotto donato, anche della sua conservazione. Invece ora anche il consumatore finale è responsabile di come conserva il prodotto che andrà a consumare. Questo ha creato un clima di maggiore fiducia». Che ha portato Last minute a recuperare nel 2007 ben 283 tonnellate di cibo. Ma non si sono fermati solo al cibo. Ora il progetto riguarda anche i farmaci (che spesso vengono gettati soltanto per una confezione ammaccata, e comunque molti mesi prima della scadenza), nonché i prodotti agricoli. Con l'ultima Finanziaria, poi, si è aperto il campo del «no food» che finora non ha goduto della possibilità del recupero Iva, come invece il cibo. «Ma è solo una sperimentazione - spiega Segrè - ci sono alcune criticità, ad esempio il fatto che questi prodotti non avendo scadenza potrebbero essere rivenduti». Comunque, si può. Ma allora perché non lo fanno tutti? «Incredibile ma vero: poca informazione sul progetto - dice il professore - Certo, farlo funzionare non è una passeggiata. Ma posso assicurare che basta la buona volontà».

sabato 12 gennaio 2008

TERZIGNO, 24 GIORNI ALL'ALBA!

SI AVVICINA SEMPRE DI PIU' IL GRANDE EVENTO. TUTTI GLI ANIMI SONO PERCORSI DA FREMITI, BRIVIDI DI PIACERE. UNA GIOIA INCOMMENSURABILE SI STA IMPADRONENDO DI TUTTI. "QUEST'ANNO, IN BARBA A TUTTO CIO' CHE CI STA CAPITANDO, ORGANIZZEREMO LA PIU' GRANDIOSA DELLE MANIFESTAZIONI, TRACCEREMO UN SOLCO INDELEBILE NELLA STORIA DELL'UMANITA'. E A CHI CI VIENE A PARLARE DI MUNNEZZA, DI DISCARICA, DI DIOSSINA, DI FOS, DI TUMORI, DI COLERA, DEL MOVIMENTO CHE ROMPE DALLA MATTINA ALLA SERA CON LA DIFFERENZIATA, CHE POI A SAN GIUSEPPE NEANCHE LA FANNO, E DI ALTRE SIMILI MINCHIATE, RISPONDEREMO CON I NOSTRI VARIOPINTI CARRI, ABBALLANDO DALLA MATTINA ALLA SERA, SENZA TREGUA, FINO ALLO SPASIMO, E METTEREMO IN CAMPO I TANTI PULCINELLA DI CUI, PER NOSTRA GRANDE FORTUNA, SIAMO AMPIAMENTE PROVVISTI" (HOMINICUS DIXIT).

giovedì 10 gennaio 2008

<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">DIMISSIONIAMO</span> I SINDACI DELL’AREA VESUVIANA

DIMISSIONIAMO I SINDACI DELL’AREA VESUVIANA

E TUTTI I CONSIGLI COMUNALI CHE NON RAPPRESENTANO I BISOGNI DELLE POPOLAZIONI


In uno scenario catastrofico tra spazzatura e fumi di diossina, il governo e la polizia si apprestano ad aprire nuovamente la discarica di Terzigno, chiusa nel 1994, in pieno parco nazionale del vesuvio (sic!).

Dopo aver sospeso la democrazia a Pianura, dove le scene sono da guerra civile, scavalcando ancora una volta le volontà e le proposte di comitati e cittadini, lo stato e le istituzioni continuano ad essere miopi manganellando le popolazioni sovrane e lasciando impuniti i veri colpevoli di questa tragedia: politici-affaristi, imprenditori, camorristi.

Nell’area vesuviana, dove il movimento si è battuto per salvaguardare i diritti alla salute dei cittadini, la situazione è ancor più tragica di quello che sembra. Da mesi chiediamo alle amministrazioni, ai partiti, di avviare la raccolta differenziata porta a porta, come bisognerebbe fare per legge oltretutto, ma nulla si è mosso. I comuni di Terzigno, Boscotrecase, Boscoreale, Trecase, Torre Annunziata, i più vicini alla discarica di via Nespole della Monica, vivono condizioni igienico-sanitarie da terzo mondo.

L’ 8 settembre 2007 bruciano 300 ecoballe stoccate e poi sequestrate dalla magistratura nel sito ex-Sari. Per due giorni la nube di diossina che si è sprigionata si è riversata sui territori circostanti e sui terreni coltivati limitrofi.

Il 3 gennaio scorso su una superficie di 2000mq in zona Masseria Lanza (via Zabatta) va in fiamme il sito di stoccaggio (clandestino) del comune di Terzigno. Tonnellate di rifiuti indifferenziati bruciano per una intera giornata. Una nuova nube di diossina si spinge verso i paesi limitrofi sospinta dal vento.

Nel 2004 l’ ISTISAN in uno studio rivela che Boscotrecase presenta eccessi di rischio per ciò che concerne le malformazioni congenite cardiovascolari tra i più elevati dei comuni situati in prossimità del sito di discarica SARI.

Boscoreale, Trecase e Torre Annunziata sono delle discariche a cielo aperto illuminate quotidianamente dai roghi di munnezza.

A fronte di questo, cosa hanno fatto le istituzioni locali? Hanno richiesto ad organi competenti di monitorare l’aria e i terreni per verificarne l’inquinamento effettivo? Si sono impegnati a garantire il diritto alla salute, tutelato ancora dalla Costituzione, dei cittadini? Cosa hanno fatto in materia di raccolta differenziata? Si sono schierati realmenete contro la riapertura della discarica ex-Sari, oppure fanno il gioco delle tre carte per spartirsi i ristori governativi che sicuramente arriveranno?

A questi interrogativi per la maggior parte si risponde al negativo. Tranne che per i ristori!!!

La cattiva amministrazione è il primo imputato di questo scempio regionale. E’ su quello che dovrebbero concentrarsi magistratura e forze dell’ordine.

Ma a quanto pare i politici sono intoccabili e quando le comunità si muovono dal basso, esasperate, contestandoli, lor signori invece di sciogliere i loro comitati d’affari decidono, con piglio e faccia di bronzo, di sciogliere il popolo.

Questo è il momento di denunciare pubblicamente quanti sino ad oggi hanno governato irresponsabilmente, a nostro nome, i nostri territori. Coloro che ci hanno avvelenato, guadagnandoci.

E se continueranno a restare attaccati alle loro poltrone nonostante la loro scoperta incapacità, bisognerà dimissionarli con la lotta. Dovremo tutti mobilitarci per reimporre la partecipazione democratica dei cittadini nei processi di trasformazione sociale. Dovremo farlo rivendicando la qualità della vita contro le logiche quantitative del profitto che guidano le scelte dei nostri governanti. Autorganizzati, dal basso, si può tentare. Si deve provare.



CONTRO DISCARICHE E INCENERITORI, PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA -RICICLO, RIUSO, COMPOSTAGGIO - PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI A MONTE, TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO A FREDDO DEI RIFIUTI

mercoledì 9 gennaio 2008

ECCO COME IL GOVERNO INTENDE USCIRE DALL'EMERGENZA

IL PIANO DEL GOVERNO PER USCIRE DALL'EMERGENZA:

  • Via Cimmino. Per 120 giorni il nuovo commissario straordinario sarà l' ex capo della polizia Gianni De Gennaro (do you remember G8- Genova 2001?). Suo vice sarà il generale di divisione Franco Giannini.
  • Disponibilità dell'esercito a intervenire per le "situaziondi straordinaria necessità e urgenza".
  • In aggiunta a PIANURA (confemata), si apriranno 4 discariche provinciali (quelle già indicate nella legge del 5 luglio 2007): TERZIGNO per la prov. di Napoli, SERRE per Salerno, SAVIGNANO IRPINO per Avellino e SANT'ARCANGELO TRIMONTE per Benevento.
  • 3 termovalorizzatori: Acerra, S. Maria La Fossa e Salerno.
  • "Un contributo volontario" delle altre Regioni per aiutare la Campania ad uscire dall'emergenza. Ad oggi, le prime risposte (non definitive) favorevoli a quest'appello sono state quelle di : Valle d' Aosta, Piemonte, Lazio e Sardegna.
  • 4 mesi di tempo ai Comuni per adeguarsi agli obiettivi per la raccolta differenziata (2 mesi per elaborare il piano e altri 2 per realizzarlo). I Comuni inadempienti saranno commissariati.

IN ALTRE PAROLE:

  • Si continua a puntare su megadiscariche e inceneritori.
  • Si continua a puntare sul Genio militare e sull'uso della forza (vedi scelta del commissario).
  • Si continua a rinviare la democrazia.
  • Si continua a NON ASCOLTARE le comunità locali.
  • Si continua a far credere che tutto questo è NECESSARIO
  • Si continua a far credere che questa situazione era INEVITABILE
  • Si continua a NON spiegare come si è potuti arrivare a QUESTO, ANZI perchè questa situazione, palesatasi 14 anni fa è ancora in atto.
  • Si continua a NON AMMETTERE che i RIFIUTI IN CAMPANIA sono solo le ceneri del fallimento di TUTTA LA CLASSE POLITICA .

FORSE QUALCOSA E' ANCORA POSSIBILE: QUI ED ORA!

SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE CAMPANA IN LOTTA

Per esprimere la nostra piena vicinanza e solidarietà alle popolazioni campane in lotta contro chi li vorrebbe oggi condannare a morire per gli interessi delle solite lobbies. Per ribadire che "camorrista" non è chi lotta e resiste ma chi sfrutta, ammazza, condanna a patire sofferenze, ossia chi ha gestito 14 anni di commissariamento per l'emergenza rifiuti che ha prodotto la situazione attuale. Per dire "jatavenne" a chi insiste nel proporre come unica soluzione finale al problema rifiuti l'incenerimento, buona solo a riempire le tasche dei padroni ma a sfruttare ed ammazzare tutti gli altri.
Presidio/volantinaggio davanti la prefettura di Reggio Calabria
in concomitanza con il corteo di Napoli
Mercoledi 9 gennaio ore 17,30
P.zza Italia (RC)

MDT CALABRIA

SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE CAMPANA IN LOTTA
-CONTRO GLI AFFARISTI DELLE DISCARICHE E DEGLI INCENERITORI
-SI ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
-SI AL CONTENIMENTO DEGLI SPRECHI (SOPRATTUTTO INDUSTRIALI)
-CONTRO IL TAV E TUTTE LE NOCIVITA'
presidio/volantinaggio itinerante in concomitanza con il corteo di Napoli ritrovo
Mercoledi 9 gennaio ore 17,30
piazza Castello lato via Garibaldi
Torino

martedì 8 gennaio 2008

Conferenza stampa a PIANURA

da RETE CAMPANA SALUTE AMBIENTE
Martedì 8 Gennaio
alle ore 12
presso il Presidio dei Pisani si terrà una
conferenza stampa con interventi, anche via audio, di personalità del
mondo della cultura, dello spettacolo e della politica solidali con la
lotta dei cittadini contro la riapertura della discarica di Pianura.

Mercoledì 9 Gennaio con concentramento in Piazza del Gesù alle ore 17.30 si terrà una manifestazione-fiaccolata che arriverà in Piazza del
Plebiscito sotto la Prefettura.

La manifestazione è promossa dai cittadini di Pianura, Quarto e Pozzuoli
in lotta contro la riapertura della discarica dei Pisani e dai cittadini
napoletani e campani impegnati contro le devastazioni in atto del
territorio. La protesta pone al centro i seguenti obiettivi:
- No alla discarica dei Pisani.
- Via tutte le forze dell’ordine da Pianura.
- Fine delle politiche incentrate su discariche e inceneritori: da
subito raccolta differenziata domiciliare, insieme a politiche di
riduzione, riuso, riciclo e recupero dei rifiuti.
- Basta con i commissari straordinari!
- I disastri di questi anni hanno chiari nomi e cognomi: affaristi e
speculatori, Fibe e simili, da un lato, i responsabili politici
dall’altro, con il codazzo di lacchè che in questi anni hanno
spadroneggiato arricchendosi col danaro pubblico, devono tutti andare a
casa!
Inoltre, è del tutto evidente che siamo in presenza di una crisi più
generale che, insieme ai suoi uomini, investe l’intera struttura
istituzionale e tutto il sistema dei partiti, ormai ridotti a
consorterie di potere e di affari; a questa crisi si risponde solo con
il protagonismo popolare e nuove forme di democrazia dal basso.
- No a ogni velleità repressiva o suggestione autoritaria!

Forse poche volte come in questa vicenda dei Pisani, una pacifica
comunità è stata in modo tanto volgare, proditorio e arrogante colpita
dal potere dello Stato:

Ribellarsi è giusto!
Facciamo appello perché tutta Napoli si stringa in modo attivo e
solidale intorno agli abitanti di Pianura, Pozzuoli e Quarto che si
trovano a ridosso della discarica dei Pisani!

Per illustrare il merito delle proposte e degli obiettivi, e il senso
generale della manifestazione, alla quale hanno già aderito decine di
associazioni, gruppi, centri sociali, comitati e centinaia di singoli
cittadini, martedì 8 alle ore 12 si terrà una conferenza stampa presso
il presidio di Contrada Pisani dei cittadini in lotta, della Rete
Campana Salute e Ambiente, del Meetup di Napoli degli amici di Beppe
Grillo e altre organizzazioni coinvolte nella protesta.
L’iniziativa sarà trasmessa via web e in etere dalla radio indipendente
di movimento RadioLina, da Antenne Attive e da radio Radicale con
interventi di Beppe Grillo (in audio) e di altre personalità solidali
con la lotta degli abitanti dei Pisani.
La stampa è invitata a partecipare.

IL MOVIMENTO PER LA DIFESA DEL TERRITORIO AREA VESUVIANA ESPRIME PIENA SOLIDARIETA' AI MANIFESTANTI DI PIANURA!

Roberto Saviano: ecco i colpevoli della peste

da “La Repubblica” - 5 gennaio 2008
Imprese, politici e camorra: ecco i colpevoli della peste


“È un territorio che non esce dalla notte. E che non troverà soluzione. Quello che sta accadendo è grave, perché divengono straordinari i diritti più semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vivere senza dovere avere l'ossessione di emigrare o di arruolarsi. E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi.
…Non avviene in un altro paese che i rifiuti sono un enorme business .Ci guadagnano tutti: è una risorsa per le imprese, per la politica, per i clan, una risorsa pagata maciullando i corpi e avvelenando le terre…
…Guadagna la politica perché come dimostra l’inchiesta dei Pm Milita e Cantone, dell’antimafia di Napoli sui fratelli Orsi (imprenditori passati dal centrodestra al centrosinistra) in questo momento il meccanismo criminogeno attraverso cui si fondono tre poteri: politico imprenditoriale e camorristico - è il sistema dei consorzi… La politica ha tratto dal sistema dei consorzi 13.000 voti e 9 milioni di euro all’anno, mentre il fatturato dei clan è stato di 6 miliardi di euro in due anni.
Sullo smaltimento dei rifiuti in Campania ci guadagnano le imprese del nord-est. Come ha dimostrato l’operazione Houdini del 2004, il costo di mercato per smaltire correttamente i rifiuti tossici imponeva prezzi che andavano dai 21 centesimi a 62 centesimi al chilo. I clan fornivano lo stesso servizio a 9 o 10 centesimi al chilo. I clan di camorra sono riusciti a garantire che 800 tonnellate di terre contaminate da idrocarburi, proprietà di un’azienda chimica, fossero trattate al prezzo di 25 centesimi al chilo, trasporto compreso. Un risparmio dell’80% sui prezzi ordinari.
Quando si getta qualcosa nell’immondizia, lì nel secchio sotto il lavandino in cucina, o si chiude il sacchetto nero bisogna pensare che non si trasformerà in concime, in compost, in materia fetosa che ingozzerà topi e gabbiani ma si trasformerà direttamente in azioni societarie, capitali, squadre di calcio, palazzi, flussi finanziari, imprese, voti. E dall’emergenza non si vuole e non si po’ uscire perché è uno dei momenti in cui si guadagna di più.
Ciò che rende tragico tutto questo è che non sono questi i giorni ad essere compromessi, non sono le strade che oggi solo colpite delle "sacchette" di spazzatura a subire danno. Sono le nuove generazioni ad essere danneggiate. Il futuro stesso è compromesso. Chi nasce neanche potrà più tentare di cambiare quello che chi li ha preceduti non è riuscito a fermare e a mutare. L'80 per cento delle malformazioni fetali in più rispetto alla media nazionale avvengono in queste terre martoriate. Varrebbe la pena ricordare la lezione di Beowulf, l'eroe epico che strappa le braccia all'Orco che appestava la Danimarca: "Il nemico più scaltro non è colui che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non avere più nulla". Proprio così, abituarsi a non avere il diritto di vivere nella propria terra, di capire quello che sta accadendo, di decidere di se stessi. Abituarsi a non avere più nulla.”

N.B. Cliccando sul titolo si può accedere al testo integrale dell'articolo!

sabato 5 gennaio 2008

Incendio Masseria Lanza


Tra il 3 e il 4 gennaio, a Terzigno, presso la masseria Lanza (via Zabatta), tonnellate di rifiuti su una superficie di circa 2000 mq hanno bruciato per l'intera notte e nella mattina di ieri le fiamme ancora non erano state estinte.
Il rischio diossina si fa sempre più allarmante.

venerdì 4 gennaio 2008

S.O.S. Campania

S.O.S.Campania

Accendi la fiaccola della speranza:
nella notte dell'Epifania accendiamo insieme una candela su ogni balcone o finestra, per manifestare la nostra indignazione contro l'emergenza rifiuti che ci sta avvelenando ed esprimere la nostra solidarietà agli abitanti di Pianura.

Passaparola!


Movimento per la difesa del territorio Area Vesuviana

BOZZA

CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

· Dopo 3 mesi di manifestazioni contro una discarica sul territorio, i cittadini riescono ad impedirne l’ apertura.
· 2 agosto 2007 Da un affollatissimo Consiglio comunale convocato in seduta straordinaria, con oggetto l’ “emergenza rifiuti”, si alza il NO unanime (di TUTTI, MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE) ad ogni forma di discarica sul territorio. Si crea un’ UNITA’ DI CRISI. Una FARSA. L’unità di crisi non è mai partita, nata con il solo obiettivo di spegnere il movimento dei cittadini.
· PULIZIA STRAORDINARIA in agosto: la munnezza NON SI VEDE… E VA TUTTO BENE!
SI VEDONO gli incendi di munnezza… e VA TUTTO MALE!
· La RACCOLTA DIFFERENZIATA, più volte proposta dal movimento, non è mai partita.
Se attuata, di quanto sarebbe diminuito il volume dei rifiuti per strada?
· SCADONO i termini dei RICORSI contro l’apertura della discarica (unica azione lega possibile). Il Comune non dà il mandato agli avvocati per procedere in tal senso e TUTTI TACCIONO.
· 24 dicembre 2007. Ordinanza: “Cittadini, separate plastica e cartone (???)”
· Collassa il piano regionale dei rifiuti. Si proroga il Commissariamento.
· Risultato: Terzigno (come il resto della Campania) è una pattumiera, IN FIAMME.
Ci stiamo AVVELENANDO.
· 3 GENNAIO 2008. Pessima FINE e DISASTROSO inizio: su una superficie di 2000mq (masseria Lanza, via Zabatta), la discarica (autorizzata?) di tonnellate di rifiuti incustoditi va in fiamme.Quindi… respiriamo di nuovo DIOSSINA… ricordate l’incendio di ecoballe nell’ex SARI dell’ 8 settembre? (anche allora TUTTI tacquero!)Ora dimensioni e danni sono amplificati.
E I NOSTRI DIRITTI?

VIOLATI E CALPESTATI.
Ma c’è un errore di partenza. Non sono i diritti ad essere violati, siamo noi ad essere calpestati.
I diritti non ci sono riconosciuti, perché siamo prima noi a non essere riconosciuti.Noi cittadini non esistiamo, la nostra è un’ esistenza di breve durata: LA CAMPAGNA ELETTORALE!

COSA ASPETTIAMO ANCORA?

A tutti i livelli NAZIONALE, REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE la politica delle istituzioni, non si smentisce: continua ad essere connivente con chi avvelena quotidianamente i nostri territori.

I cittadini dell’ Area Vesuviana, insieme alle altre comunità campane in lotta:
· Per la riduzione a monte dei rifiuti, e dunque dei consumi *
· Per il riciclo, riuso e compostaggio
· Per l’avvio della raccolta differenziata porta a porta e premiante il cittadino in bolletta
· Contro megadiscariche e inceneritori
· Per il trattamento a freddo dei rifiuti
· Per un nuovo piano rifiuti concordato con le comunità locali
· Per lo scioglimento immediato dei Consigli comunali senza raccolta differenziata
· Per la chiusura dei commissariati straordinari
· Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate


*
CAMBIAMO LE NOSTRE ABITUDINI DI CONSUMO!
Riduciamo l’utilizzo di imballaggi e contenitori; preferiamo, ad esempio, borse di stoffa per la spesa piuttosto che il sacchetto di plastica; ecc.