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"Una diossina intellettuale sta decretando il Declino e la Caduta dell'Impero dell'Essere Umano...
e se non avessi qualche speranza lascerei perdere." F. Battiato
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Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.


Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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giovedì 8 novembre 2007

ECOLOGIA E SALUTE di Antonio Marfella

mi permetto di riportare qui l'articolo che il dott. Marfella ha pubblicato su una rivista dell'ordine dei medici della provincia di Napoli

E’ NECESSARIO potenziare la prevenzione primaria per rieducare l’individuo al rispetto del territorio e a un corretto stile di vita.

In Campania, nell’anno appena trascorso, avere scoperto e presocoscienza di uno dei più grandi
disastri ambientali mai vissuti dall’Umanità intera a seguito delcommercio illegale di rifiuti tossici, nella completa assenza di un corretto ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani, obbliga tutti i medici ad una profonda riflessione operativa sui temi della tutela dell’Ambiente non certo solo per diffondere una cultura ecologista ma addirittura per salvare il Sistema Sanitario Nazionale quale strumento universale di solidarietà sociale e tutela della salute pubblica.
La Storia e lo sviluppo del Sistema Sanitario in Italia hanno infatti inizio nel XIX secolo: dal nucleo centrale dei servizi per l’Igiene Pubblica ha origine, secondo un processo unitario che investe tutti i Paesi d’Europa, il Sistema Sanitario. A partire dalla metà del XIX secolo la Medicina perde gradualmente il contenuto originario di attività morale ed assume invece una connotazione economica.
Esce cioè dal dominio delle relazioni etiche ed entra in quello delle relazioni economiche. Inizia così quell’intreccio fra aspetti morali ed economici della Medicina che ha caratterizzato sino ad oggi la Storia della Sanità.
L’assistenza sanitaria assume natura di problema distributivo di servizi sanitari finalizzati alla risoluzione di momenti di conflittualità sociale a seguito delle notevoli e gravi disomogeneità nella qualità della vita media della popolazione .
Lo Stato assume e si ritaglia un ruolo definibile come «deflattivo» in quanto la politica statale si indirizza al contenimento della domanda di assistenza e si limita all’essenziale per quanto concerne la offerta dei servizi . La Rivoluzione Industriale, nel suo impeto, induce significativi mutamenti nella organizzazione sociale, produttiva ed economica degli Stati, che genereranno i conflitti e le ideologie che hanno dominato il XX secolo, ma non è in grado di alterare, nell’impatto complessivo, in modo significativo il rapporto Uomo/Ambiente, fatta eccezione per le sole città metropolitane (ad esempio, Londra di fine Ottocento).
Tale ruolo «deflattivo», dopo un periodo di circa cinquant’anni nella seconda metà del XX secolo, in cui, come sancito dalla nostra Costituzione, il diritto alla salute diventa un diritto costituzionalmente riconosciuto dallo Stato Italiano nei confronti dei propri cittadini, e la Medicina diventa patrimonio universale e pubblico sino alla costituzione del Sistema Sanitario Nazionale (1988), sembra oggi prepotentemente tornare alle sue origini di semplice contenimento della domanda assistenziale e di erogazione di servizi sanitari essenziali. Le cause sono da ricercare non solo nell’aumento del numero e soprattutto della età media della popolazione e quindi dei conseguenti «bisogni» sanitari, ma soprattutto in un eccezionale incremento dei costi della assistenza sanitaria legati al vertiginoso sviluppo tecnologico degli ultimi trenta anni nella diagnostica, nella chirurgia e soprattutto nella farmaceutica, che appare regolata da norme sulle brevettazione che, specie quando riguarda malattie ad alto impatto sociale come i tumori, sembrano oggi gravemente anacronistiche in un mondo ormai globalizzato,
densamente popolato, e in costante invecchiamento. Mentre quindi da un lato si assiste ad un palese «ritorno alle origini» con riduzione progressiva di servizi e prestazioni sanitarie pubbliche prevalentemente per il vertiginoso incremento dei costi, dall’altro tale vertiginoso incremento globale della attività industriale e produttiva ormai in tutto il Pianeta, mostra evidenti ripercussioni non soltanto nelle aree urbane metropolitane, sempre più grandi ed estese, ma, come purtroppo accertato dal surriscaldamento globale del Pianeta per eccesso di produzione di CO2, ha dimostrato di avere spostato l’equilibrio Uomo/Ambiente di gran lunga verso le esigenze di «consumo» dell’Uomo, senza tenere in alcun conto la tutela delle risorse dell’Ambiente in cui l’Uomo vive e dal cui equilibrio ecologico ha fondamento e base la sua Salute.
Singolo ma significativo esempio di quanto sovrariportato e principale risorsa ambientale da difendere nell’immediato futuro: il progressivo ridursi ed inquinarsi dell’acqua potabile quale bene pubblico e farmaco essenziale per la vita dell’Uomo. La Medicina Preventiva, pertanto, nel suo differenziarsi nei tre momenti essenziali della Prevenzione Primaria, Secondaria e Terziaria, negli ultimi decenni ha investito risorse (sempre pochissime nel complesso) prevalentemente nella Secondaria (screening) e finanche nella Terziaria (nel follow-up di patologie).
Oggi, a mio parere, diventa invece essenziale e indispensabile recuperare risorse, azioni e potenziare enormemente in tutti i suoi aspetti la Prevenzione Primaria, con una difesa ad oltranza dell’Ambiente quale primo ed invalicabile baluardo a tutela del contenimento dei bisogni sanitari dell’Uomo sia negli aspetti di educazione a corretti stili di vita individuali (es. lotta al fumo di sigaretta) che collettivi (es. politiche del traffico veicolare urbano e lotta agli inceneritori).
Dal momento che i rischi per la salute sono largamente legati oggi al degrado ambientale e ai modelli di vita, i medici devono pertanto orientare con decisione il loro ruolo professionale e civile nell’incidere verso una promozione della Salute anche attraverso draconiane scelte di tutela ambientale.

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