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"Una diossina intellettuale sta decretando il Declino e la Caduta dell'Impero dell'Essere Umano...
e se non avessi qualche speranza lascerei perdere." F. Battiato
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Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.


Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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domenica 6 giugno 2010

RE(de)PRESSIONE

Tanto per cambiare: dopo aver testardamente cercato di difendere il territorio vesuviano dallo scempio ambientale che devasta quotidianamente l’area (e la Campania tutta) con migliaia di tonnellate di rifiuti di ogni tipo, la violenza dell’apparato poliziesco si è scagliata ancora una volta contro la popolazione inerme. A forza di manganellate lo stato-mafia ha imposto la devastazione senza minimamente tenere conto delle rivendicazioni di donne uomini e bambini che di questa terra sono figli e custodi ad un tempo.

Intere comunità che pacificamente si autorganizzano e chiedono di poter contare nelle scelte “infrastrutturali” che stanno ridisegnando al negativo paesaggi e condizioni di esistenza, vengono trattate come orde della peggiore specie, criminalizzate, accusate di atti osceni dalla retorica paternalistica delle burocrazie al potere. Le stesse – i partiti e le loro consorterie – che hanno determinato con la loro rete di clientele il sonno della ragione di grossa parte degli abitanti di questi luoghi, che hanno lavorato e lavorano (…gli unici a farlo, visto il tasso di disoccupazione!) sul ricatto personale affinché nulla intacchi il sistema politico fondato sulle compatibilità, che riproducono da trent’anni a questa parte strategie affaristiche volte a difendere rendite di posizione decrepite, che continuano imperterrite a vendersi “silenziosamente” corpi e territori calpestando dignità, idee, futuro.

Non possiamo che condannare fermamente, quindi, l’aggressione vigliacca subita dalle genti di questo territorio da parte del braccio armato del potere – non a caso definito tutore dell’ordine – ma allo stesso tempo non possiamo non condannare il balbettio piagnucoloso della classe dirigente locale che continua a stupirsi del fatto che la fase storica attuale ridisloca il conflitto nelle sue innumerevoli forme sulla scena sociale per ristabilire processi democratici unico antidoto alla re(de)pressione imperante.

Sicuramente partiranno i soliti distinguo: ci sono manifestanti buoni e cattivi, violenti e pacifici, moralisti e immorali. Cazzate!

Questa volta il giochetto, sempre utile per chi ci governa, del dividi e amministra non funzionerà. La speculazione tattica della “politica in crisi”, che cerca sempre di rinchiudere la dialettica materiale nel corpo mortifero dell’istituzione statuale e delle sue regole formalistiche – mediazione, chiacchiericcio, ricorsucci, svendite –, non serve che a prender tempo, a scongiurare l’esplosione di rivolte che possono mettere definitivamente in crisi l’autoreferenzialità della rappresentanza. Se questo dispositivo avrà la meglio non ci resterà che scoprirci, di qui a poco, tutti definitivamente condannati all’avvelenamento.

Nel frattempo, oltre a praticare il dissenso e la resistenza con i mezzi che riterremo più consoni alla fase, non indietreggeremo di un millimetro per quanto concerne l’attività di costruzione di una nuova politica: quella che trasforma gli uomini nell’interno, che afferra le vite singole e le rovescia. Che non si limita ai piccoli spostamenti istituzionali, ma cambia le coscienze, sconvolge le biografie, restituisce agli individui la forza e la capacità di “decidere” cosa essere.

1 commento:

BOSCHESE ha detto...

L'attacco da parte della polizia è assurdo e vergognoso, questo la dice lunga sullo stato militare che le nostre comunità stanno vivendo ... , (d'altronde la polizia non è nuova ad atteggiamenti di forza),si vuole far zittire quanto di buono sta nascendo nel nostro paese vietando il diritto a voler essere riconosciuti i nostri diritti. Ben altri dovrebbero essere manganellati dalla polizia in primis Bertolaso e la sua cricca. Esprimo piena solidarietà a quanti erano a manifestare e a tutti quei ragazzi che sono il futuro della nostra comunità vergogna!!!!!!!!!!!!!!!