mercoledì 5 marzo 2008
BIUTIFUL CAUNTRI
da il Manifesto del 4.3.08
La puzza che distrusse la pizza. «Biutiful Cauntri» spiega perché
Sconvolgente e inquietante. Ma, per chi non ha capito cosa succede a Napoli e dintorni, illuminante. Esce nelle sale italiane il 7 il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Giuseppe Ruggiero
di Roberto Silvestri
Esce venerdì prossimo, nel momento giusto, mentre a Napoli c'è più puzza che pizza, Biutiful Cauntri un documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Giuseppe Ruggiero, sconvolgente e inquietante, ma che finalmente spiega cosa succede in Campani. Perché radiografa il massacro ecologico nel triangolo tra Acerra, Qualiano, Giugliano, Qualiano e Villaricca, regno camorrista delle discariche abusive, o legalmente criminali, e del grande business venuto da lontano (un giro d'affari che fa impallidire il traffico di eroin e cocaina), che è anche di istigazione nordestina e popolarlibertina, ma è stato misteriosamente coperto anche dagli apparati politici che contano a sud (e su cui contavamo), bassoliniani perfino. Stritolati da tutto questo sono i pastori e gli agricoltori della zona, i cittadini che arrivano al punto di ardersi vivi, perché non è vita quando ti avvelenano e se ti ribelli per non morire ti scaraventano pure i celerini addosso, e i consumatori di tutta Italia perché la diossina lì mal seppellita, e l'amianto abbandonato indisturbato, che uccide per ora soprattutto gli agnelli, le bufale, le acque, i pini e gli indigeni, presto non faranno stare molto bene nessuno dei consumatori di pomodori e mozzarelle «genuine». Raffaele del Giudice, neodirettore di Legambiente Campania, giustiziere molto incazzato ci accompagna in questo viaggio infernale nella Gomorra che è specchio perfetto di tutto il nostro paese, ma, a parte contribuire alla rimozione di Bortolaso, il suo urlo sembra non essere ascoltato da alcuno.Carcasse di agnelli per la campagna, discariche abusive nascoste da cespugli, greggi abbattuti perchè contaminati dalla diossina, campi stracolmi di fanghi tossici, montagne di spazzatura dove i rom sono spinti a abitare dal nostro insmaltibile hitlerismo, in una regione in cui le discariche illegali sono oltre 1200. Ecco alcuni degli scenari mostrati da Biutiful Cauntri. Il film premiato al Torino Film Festival, invitato in aprile al London Independent Film Festival, esce in 20 copie distribuito da Lumiere & Co. Secondo D'Ambrosio «come diceva il missionario Alex Zanotelli, l'Africa è qui. Di fronte ad alcune situazioni si ha la sensazione di trovarsi in Somalia. Invece di vivere si sopravvive». Il viaggio del film si concentra sul «triangolo della morte», comuni a 25 km da Napoli, dove negli ultimi anni sono stati scaricati 10 milioni di materiali tossici. Sono terre in cui la mancanza di controlli, gli interessi della camorra, l'attività illegale di alcune industrie del centro nord che usano il sud come proprio immondezzaio (si ascoltano nel film le intercettazioni di chi organizza questi «trasporti»), hanno causato soglie di inquinamento ambientale altissime, che stanno minando la salute della popolazione, oltre che l'agricoltura e l'allevamento locale. Il Virgilio del film è affiancato da Donato Ceglie, pubblico ministero di Santa Maria Capua Vetere, pastori e agricoltori impotenti di fronte alle ferite della terra inquinata. Non mancano nel film i nomi di indagati o rinviati a giudizio, da Piergiorgio e Paolo Romiti, ex dirigenti della Impregilo, incaricata della gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania al governatore della regione Antonio Bassolino. Anche se, precisa Esmeralda Calabria, montatrice e esordiente nella regia, «non pensiamo sia nostro compito denunciare e fare nomi. Speriamo che il documentario possa essere motivo di riflessione per chiedere che la situazione cambi». L'obiettivo principale, aggiunge D'Ambrosio «era mostrare i sentimenti e le emozioni di chi vive sulla propria pelle queste situazioni».
La puzza che distrusse la pizza. «Biutiful Cauntri» spiega perché
Sconvolgente e inquietante. Ma, per chi non ha capito cosa succede a Napoli e dintorni, illuminante. Esce nelle sale italiane il 7 il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Giuseppe Ruggiero
di Roberto Silvestri
Esce venerdì prossimo, nel momento giusto, mentre a Napoli c'è più puzza che pizza, Biutiful Cauntri un documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Giuseppe Ruggiero, sconvolgente e inquietante, ma che finalmente spiega cosa succede in Campani. Perché radiografa il massacro ecologico nel triangolo tra Acerra, Qualiano, Giugliano, Qualiano e Villaricca, regno camorrista delle discariche abusive, o legalmente criminali, e del grande business venuto da lontano (un giro d'affari che fa impallidire il traffico di eroin e cocaina), che è anche di istigazione nordestina e popolarlibertina, ma è stato misteriosamente coperto anche dagli apparati politici che contano a sud (e su cui contavamo), bassoliniani perfino. Stritolati da tutto questo sono i pastori e gli agricoltori della zona, i cittadini che arrivano al punto di ardersi vivi, perché non è vita quando ti avvelenano e se ti ribelli per non morire ti scaraventano pure i celerini addosso, e i consumatori di tutta Italia perché la diossina lì mal seppellita, e l'amianto abbandonato indisturbato, che uccide per ora soprattutto gli agnelli, le bufale, le acque, i pini e gli indigeni, presto non faranno stare molto bene nessuno dei consumatori di pomodori e mozzarelle «genuine». Raffaele del Giudice, neodirettore di Legambiente Campania, giustiziere molto incazzato ci accompagna in questo viaggio infernale nella Gomorra che è specchio perfetto di tutto il nostro paese, ma, a parte contribuire alla rimozione di Bortolaso, il suo urlo sembra non essere ascoltato da alcuno.Carcasse di agnelli per la campagna, discariche abusive nascoste da cespugli, greggi abbattuti perchè contaminati dalla diossina, campi stracolmi di fanghi tossici, montagne di spazzatura dove i rom sono spinti a abitare dal nostro insmaltibile hitlerismo, in una regione in cui le discariche illegali sono oltre 1200. Ecco alcuni degli scenari mostrati da Biutiful Cauntri. Il film premiato al Torino Film Festival, invitato in aprile al London Independent Film Festival, esce in 20 copie distribuito da Lumiere & Co. Secondo D'Ambrosio «come diceva il missionario Alex Zanotelli, l'Africa è qui. Di fronte ad alcune situazioni si ha la sensazione di trovarsi in Somalia. Invece di vivere si sopravvive». Il viaggio del film si concentra sul «triangolo della morte», comuni a 25 km da Napoli, dove negli ultimi anni sono stati scaricati 10 milioni di materiali tossici. Sono terre in cui la mancanza di controlli, gli interessi della camorra, l'attività illegale di alcune industrie del centro nord che usano il sud come proprio immondezzaio (si ascoltano nel film le intercettazioni di chi organizza questi «trasporti»), hanno causato soglie di inquinamento ambientale altissime, che stanno minando la salute della popolazione, oltre che l'agricoltura e l'allevamento locale. Il Virgilio del film è affiancato da Donato Ceglie, pubblico ministero di Santa Maria Capua Vetere, pastori e agricoltori impotenti di fronte alle ferite della terra inquinata. Non mancano nel film i nomi di indagati o rinviati a giudizio, da Piergiorgio e Paolo Romiti, ex dirigenti della Impregilo, incaricata della gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania al governatore della regione Antonio Bassolino. Anche se, precisa Esmeralda Calabria, montatrice e esordiente nella regia, «non pensiamo sia nostro compito denunciare e fare nomi. Speriamo che il documentario possa essere motivo di riflessione per chiedere che la situazione cambi». L'obiettivo principale, aggiunge D'Ambrosio «era mostrare i sentimenti e le emozioni di chi vive sulla propria pelle queste situazioni».
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2 commenti:
Domenica 9 Marzo, la trasmissione "Report" (rai tre, h21.30) dedica la puntata alla questione ambientale in Campania.
Per chi non avesse visto, non avesse saputo o capito prima di arrivare a tanto.
Per tutte quelle persone che negli anni scorsi sono state a gridare che si inquinava l'ambiente e non sono state credute, o sono state considerate poco più che matte.
Per tutti coloro che di inquinamento sono morti o si sono ammalati.
Ora sono qui a gridare la mia RABBIA. Manuela
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