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"Una diossina intellettuale sta decretando il Declino e la Caduta dell'Impero dell'Essere Umano...
e se non avessi qualche speranza lascerei perdere." F. Battiato
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Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.


Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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sabato 8 maggio 2010

Kleftes, kleftes!

Ladri, ladri!

La rivolta del popolo greco contro la violenza ed i soprusi di un sistema capitalistico che vuole il fallimento economico e sociale di un’intera nazione e l’impoverimento e la cancellazione dei diritti per milioni di lavoratori, di disoccupati, pensionati e giovani è di fronte a noi, in questi giorni, a dimostrare che è possibile rispondere, con la stessa durezza, a chi impone il conto della crisi a chi l’ha subita e da sempre paga per tutti. FMI e BCE, con l’avallo del governo socialdemocratico (PASOK), stanno già affilando la mannaia: riduzione dei salari del 15%; l’età pensionabile elevata a 67 anni; riduzione drastica delle pensioni; abolizione dei contratti nazionali di lavoro e di tutte le garanzie contro i licenziamenti; tagli di migliaia di posti di lavoro nella scuola, nella sanità e in tutto il settore pubblico; riduzione massiccia dei finanziamenti per servizi e beni comuni.

E’ la ricetta, privatizzare i profitti e socializzare le perdite per remunerare la rendita e la speculazione, che il processo di accumulazione capitalista detta nei periodi di crisi in tutte le regioni del sistema, pur di non modificare la struttura dei rapporti sociali predominante. L’esercizio di questa violenza insopportabile sulla classe dei subalterni determina una spinta a rispondere che dà luogo ad un conflitto aperto.

In Italia, dove la precarietà è, ormai da anni, l’elemento caratterizzante del lavoro (dal pacchetto Treu alla legge 30, sino alle ultime manomissioni fasciste del ministro Sacconi), la crisi economico-politica la stiamo già pagando da tempo. L’imposizione di una flessibilità sfrenata va di pari passo con le richieste, da parte padronale, di un aumento di produttività. Il tutto col beneplacito delle organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL e dei partiti del centro-sinistra, sordine onnipresenti ad ogni eco di rivolta.

La realtà materiale si fa ancora più tragica se consideriamo che a livello territoriale, della vita quotidiana, la crisi si acutizza e aggredisce anche l’ambito ecologico. Sotto la spinta ideologica della distruzione creatrice la classe degli accumulatori sta avvelenando la nostra regione, le nostre comunità. Qui è in ballo addirittura la sopravvivenza collettiva. La ridefinizione dello spazio fisico in termini di spazio-spazzatura, di enorme discarica è, però, solo una delle più laceranti forme di ladrocinio che il sistema sta perpetrando a danno degli abitanti di queste terre.

Convinti che una critica radicale dello stato delle cose se resta intrappolata nello spazio comunitario definisce una linea politica di adattamento e sottomissione e non certo di trasformazione e resistenza attiva, sin da ora è meglio chiarire che per noi la lotta ecologica è solo una tappa. A differenza di chi oggi combatte per difendere il proprio orticello politico, auspicando un capitalismo che si adegui alle costrizioni ecologiche, pensiamo ci sia lo spazio, e non è poco, perché le forze alternative politiche, sociali e sindacali a livello locale, regionale e nazionale riescano nel duro lavoro di creare una forza più unita e conflittuale, muovendosi nella tempesta di cambiamento scatenata dall’accumulazione flessibile. In pratica auspichiamo una trasformazione economica, sociale e culturale che abolisca le costrizioni del capitalismo e, proprio per questo, instauri un nuovo rapporto degli uomini con la collettività, con l’ambiente e la natura.

Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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