RE(de)PRESSIONE
Tanto per cambiare: dopo aver testardamente cercato di difendere il territorio vesuviano dallo scempio ambientale che devasta quotidianamente l’area (e
Intere comunità che pacificamente si autorganizzano e chiedono di poter contare nelle scelte “infrastrutturali” che stanno ridisegnando al negativo paesaggi e condizioni di esistenza, vengono trattate come orde della peggiore specie, criminalizzate, accusate di atti osceni dalla retorica paternalistica delle burocrazie al potere. Le stesse – i partiti e le loro consorterie – che hanno determinato con la loro rete di clientele il sonno della ragione di grossa parte degli abitanti di questi luoghi, che hanno lavorato e lavorano (…gli unici a farlo, visto il tasso di disoccupazione!) sul ricatto personale affinché nulla intacchi il sistema politico fondato sulle compatibilità, che riproducono da trent’anni a questa parte strategie affaristiche volte a difendere rendite di posizione decrepite, che continuano imperterrite a vendersi “silenziosamente” corpi e territori calpestando dignità, idee, futuro.
Non possiamo che condannare fermamente, quindi, l’aggressione vigliacca subita dalle genti di questo territorio da parte del braccio armato del potere – non a caso definito tutore dell’ordine – ma allo stesso tempo non possiamo non condannare il balbettio piagnucoloso della classe dirigente locale che continua a stupirsi del fatto che la fase storica attuale ridisloca il conflitto nelle sue innumerevoli forme sulla scena sociale per ristabilire processi democratici unico antidoto alla re(de)pressione imperante.
Sicuramente partiranno i soliti distinguo: ci sono manifestanti buoni e cattivi, violenti e pacifici, moralisti e immorali. Cazzate!
Questa volta il giochetto, sempre utile per chi ci governa, del dividi e amministra non funzionerà. La speculazione tattica della “politica in crisi”, che cerca sempre di rinchiudere la dialettica materiale nel corpo mortifero dell’istituzione statuale e delle sue regole formalistiche – mediazione, chiacchiericcio, ricorsucci, svendite –, non serve che a prender tempo, a scongiurare l’esplosione di rivolte che possono mettere definitivamente in crisi l’autoreferenzialità della rappresentanza. Se questo dispositivo avrà la meglio non ci resterà che scoprirci, di qui a poco, tutti definitivamente condannati all’avvelenamento.
Nel frattempo, oltre a praticare il dissenso e la resistenza con i mezzi che riterremo più consoni alla fase, non indietreggeremo di un millimetro per quanto concerne l’attività di costruzione di una nuova politica: quella che trasforma gli uomini nell’interno, che afferra le vite singole e le rovescia. Che non si limita ai piccoli spostamenti istituzionali, ma cambia le coscienze, sconvolge le biografie, restituisce agli individui la forza e la capacità di “decidere” cosa essere.
1 commento:
L'attacco da parte della polizia è assurdo e vergognoso, questo la dice lunga sullo stato militare che le nostre comunità stanno vivendo ... , (d'altronde la polizia non è nuova ad atteggiamenti di forza),si vuole far zittire quanto di buono sta nascendo nel nostro paese vietando il diritto a voler essere riconosciuti i nostri diritti. Ben altri dovrebbero essere manganellati dalla polizia in primis Bertolaso e la sua cricca. Esprimo piena solidarietà a quanti erano a manifestare e a tutti quei ragazzi che sono il futuro della nostra comunità vergogna!!!!!!!!!!!!!!!
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