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"Una diossina intellettuale sta decretando il Declino e la Caduta dell'Impero dell'Essere Umano...
e se non avessi qualche speranza lascerei perdere." F. Battiato
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Invitiamo i singoli, le associazioni, i centri sociali ad aderire all'appello per la costruzione di appuntamenti di mobilitazione e sensibilizzazione su tutto il territorio comprensoriale.

Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli dell’ecocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito a precari e disoccupati che qui vivono disperano muoiono. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.


Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana

Collettivo Area Vesuviana

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giovedì 18 febbraio 2010

Report del convegno medico “Salute , Ambiente e Prevenzione Primaria”

Diossina nel latte materno: a Napoli è allarme

(Maria Pirro “Il Mattino” 16/02/2010)

Il disastro provocato dall’inquinamento in Campania l’hanno raccontato scienziati, epidemiologi e medici per l’ambiente. Ci sono tracce di DIOSSINA nel latte materno. Le assenza dei bambini a scuola coincidono con i picchi di smog segnalati dalle centraline dell’ARPAC. Mille gli interventi di mastectomia, la ricostruzione del seno colpito da neoplasia, ogni anno sono eseguiti negli ospedali della regione. E uno studio condotto dall’Istituto Sbarro di Philadelphia e del dipartimento di patologia umana e oncologia dell’Università di Siena dimostra persino che le statistiche ufficiali sul tumore alla mammella sono sottostimate del 26,5 per cento.

«L’esame delle schede di dimissioni ospedaliere fa emergere un’incidenza della patologia decisamente più elevata, soprattutto nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni», afferma il direttore dell’Istituto Sbarro, Antonio Giordano. È allarme in Campania. È rivolta dei medici in difesa dell’ambiente, con l’obiettivo di tutelare la salute pubblica.

All’Ordine dei medici di Napoli ieri sono state presentate le ultime ricerche che documentano il degrado del territorio e l’incidenza di talune patologie, dai tumori alle allergie. Incrociare i dati tra ambiente e salute, è il monito degli esperti, è fondamentale per inquadrare il problema.«Per il cancro al testicolo è già possibile individuare una correlazione tra l’incidenza della neoplasia e le classi di rischio per l’esposizione a discariche di rifiuti», afferma Mario Fusco, il medico che gestisce il registro dei tumori nell’ex Asl Napoli 4, con 17.300 nuovi casi di malattia rilevati in meno di dieci anni (1997-2005). Ma i dati sono ancora parziali: «Il sistema è sbrindellato dal punto di vista dei controlli dell’ambiente», rileva Maria Triassi, docente di igiene del Policlinico federiciano, che non nasconde le criticità: «L’ARPAC che si occupa del monitoraggio è un corpo estraneo che canta e suona in un’orchestra deserta: non esiste un database a disposizione delle Asl».

Di qui l’S.O.S.: «I problemi sono evidenti. Lo dimostrano gli ultimi studi scientifici presentati da esperti autorevoli», afferma Gabriele Peperoni, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli che si richiama all’articolo 5 del codice deontologico. «La nostra categoria - spiega - deve interessarsi dell’ambiente e contribuire a lanciare iniziative a tutela della salute. Ma anche le istituzioni devono attivarsi e subito». Invoca il risveglio delle istituzioni anche Flavio Turrà, coordinatore dei lavori della commissione tecnico-scientifica sull’ambiente dell’Ordine, «creata proprio per lanciare input sulla questione ambientale», puntualizza Turrà e ribadisce:

«La Commissione tecnico-scientifica dell’Ordine nasce proprio per lanciare segnali sulla questione ambientale. Servono risposte concrete». In prima linea il medico del Pascale, Antonio Marfella sottolinea: «Tra il 2001 e il 2009, la spesa farmaceutica dell’Istituto per la cura dei tumori è salita del 300%. È passata da 1 euro a 3 euro per cittadino, a fronte di circa 200 posti letto». Con una metafora, Marfella descrive duramente la situazione: «È in atto una lapidazione, perché nessuno si sente responsabile dell’omicidio ma ciò non significa che non si muoia, a causa di questo continuo lancio di pietre contro la salute dei cittadini».

Un bambino su 500 si ammala di neoplasia, fa osservare Ernesto Burgio, del comitato scientifico dell’ISDE. Tra il 1998 e il 2002 i casi di cancro sono aumentati del 3,2% l’anno. Due tavole rotonde e nove relazioni, nel corso del convegno all’Ordine dei medici, hanno ribadito l’importanza della ricerca scientifica e delle conoscenze multidisciplinari.

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